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TESTO Commento su Romani 1,7

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Lunedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (10/10/2011)

Brano biblico: Rm 1,7 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 11,29-32

In quel tempo, 29mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. 30Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. 31Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. 32Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona.

Amati da Dio e santi per chiamata (Rm 1,7)
Come vivere questa Parola?
Paolo sta scrivendo ai Romani, ma Dio sta rivolgendosi a noi. Sì, noi, proprio noi siamo amati da Dio e chiamati alla santità. Affermiamo spesso con convinzione, parlando di Dio, che egli è amore, che egli ci ama, ma all'atto pratico siamo tentati di ridimensionare un po' questa asserzione: sì, Dio mi ama, ma soprattutto ama i santi e io ho tanti difetti... La realtà è che, in fondo, noi non ci amiamo, non crediamo nella nostra fondamentale validità, ci reputiamo una nullità perché il nostro sguardo è più rivolto ai limiti di cui siamo portatori e che ci stizziscono, che non a quella realtà stupenda che nessun limite potrà mai distruggere: siamo immagine di Dio, siamo suoi figli, veniamo dall'amore!
Anche la mediazione umana di cui Dio vuole servirsi per chiamarci alla vita, nel suo disegno è una mediazione di amore: quello dei miei genitori. Là dove questo venisse a mancare, rimane comunque il fatto determinante che Qualcuno mi ha voluto e mi ha chiamato per nome con infinito amore, per puro amore.
Esisto perché voluto, esisto perché amato.
A questo dato primario si ricollega poi l'altro: chiamato alla santità, cioè alla pienezza. Santo, infatti, non è chi non ha difetti (e chi non ne ha?), ma chi porta in luce quell'impronta divina che lo rende immagine di Dio, chi realizza se stesso. E tutti siamo chiamati alla piena realizzazione, alla santità.
Quest'oggi sosterò con cuore colmo di gratitudine su questa meravigliosa realtà: amato da Dio, chiamato alla santità. Me lo ripeterò assaporandone tutta la grandezza e di qui farò scaturire la mia risposta di amore impegnandomi in un serio cammino di santità.
Grazie mio Dio! Tu credi in me più di quanto io non creda in me stesso, nelle mie capacità, nelle mie possibilità. Sulla tua parola, come Pietro, voglio gettare le reti nell'avventura dell'amore che tu mi proponi quale via di santità.
La voce di una testimone
Credere è scoprire di essere amati da Dio, è affidarsi totalmente a questo amore rispondendo all'amore con l'amore.
(Chiara Lubic)

 

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