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don Luigi Trapelli

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XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (09/10/2011)

Vangelo: Mt 22,1-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. 11Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. 12Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. 14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

 

Forma breve: Mt 22,1-10

In quel tempo, 1Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.

L'immagine di questa domenica è quella del banchetto in cui Gesù prosegue la disputa con scribi e farisei.

La parabola del Vangelo ci presenta un re che, al banchetto per il figlio, invita tante persone, ma la risposta è negativa.

Compie un secondo invito, suggerendo agli invitati che il cibo è pronto ma, al posto di un'accettazione, vi è l'insulto e l'uccisione dei suoi servi.

Il re, indignato, fa uccidere quelle persone e ne invita altre.

Chiunque può essere presente al banchetto.

Nasce però il caso di una persona che è senza abito nuziale e anche costui viene condannato.

Il significato per la gente di quel tempo era molto chiaro: il popolo di Israele ha rifiutato l'invito del Maestro e allora Gesù e la Chiesa vanno in cerca di tutti coloro che vogliono partecipare al banchetto.

Non basta entrare nella sala, ma bisogna possedere l'abito nuziale, cioè essere persone che vivono nella giustizia e nella pace.

La frase di Gesù: "Amico, come hai potuto entrare senz'abito nuziale", ci rimanda al perché operiamo alcune scelte, perché andiamo a Messa, cosa significa essere credenti.

Come possiamo essere fedeli ad un percorso di fede che possa nutrire il nostro essere?

Gesù accoglie tutti, senza alcuna distinzione e ci fa comprendere come l'unico criterio selettivo è operare frutti di giustizia e di pace.

Noi siamo chiamati a rivedere le nostre scelte, lo stile della nostra vita, il modo di accogliere gli altri, il criterio del nostro servizio. Non è sufficiente stare dentro una Chiesa, ma è necessario essere persone in grado di vivere la fede genuina e schietta.

Il futuro della Chiesa sarà un futuro di qualità.

Oggi siamo chiamati a dare tutto a tutti e questo tipo di pastorale andrà ancora avanti.

Ma si sente, dal basso, l'esigenza di creare delle formazioni differenziate per coloro che vogliono vivere una fede ancora più profonda.

Questo, al fine di creare quelle figure di spessore che tanto mancano e servono alla Chiesa e alla società di oggi.

Persone che non si accontentano del minimo sindacale, di non fare nulla contro, ma in grado di creare percorsi di fede per giovani, fidanzati, adulti e nel sociale.

La Chiesa di oggi è chiamata ad operare questa svolta per ridare vigore, spessore ad una fede che risulta in molti casi sbiadita e non in grado di affrontare le grandi sfide di oggi.

La comunità cristiana è invitata a essere il luogo di una completa accoglienza verso ogni persona, però nella diversità di un percorso di vita e di fede.

O la Chiesa ridiventa contemplativa o perde la radice del proprio esistere.

Madre Teresa invitava le sue sorelle a pregare almeno tre ore prima di cominciare una giornata di servizio ai lebbrosi.

I richiami che ci vengono dalla società civile e dall'interno della Chiesa fanno ben sperare.

Tenendo sempre presente che, in questa terra, saremo sempre dei pellegrini, che tendono ad una perfezione che sarà raggiunta solo nella vita eterna.

 

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