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TESTO Servi senza pretese

don Romeo Maggioni   Home Page

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Vangelo: Lc17,7-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

La novità del Regno di Dio sta tutta nella iniziativa di un Dio che si mescola alla vicenda umana per costruire nella storia una sua storia di salvezza. Cristo ne è l'esecutore, e con lui l'insieme degli uomini che egli sceglie come suoi collaboratori.

Parliamo oggi del ministero ecclesiale, apostolico e pastorale, cioè dei carismi sparsi dallo Spirito da mettere alla utilità comune. Nello stile della gratuità, senza pretese, e nell'umile coinvolgimento.

Come ha fatto Gesù, il servo obbediente, radice e modello di ogni servizio nella Chiesa. Tema attuale oggi nella crescente responsabilizzazione di un laicato generoso che si impegna nella gestione diretta della vita ecclesiale.

1) Il servizio di Gesù

Proprio di Gesù si dice: "Pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo la condizione di servo, ..umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce" (Fil 2,6-8). Fu, la sua, una vita messa tutta a servizio per la salvezza dell'uomo: "Il Figlio dell'uomo non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (Mt 20,28). Immagine-icona della sua missione fu il gesto compiuto nell'Ultima Cena, quando si mise a lavare i piedi ai suoi discepoli: "Capite quello che ho fatto per voi? Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi" (Gv 13,12-15).

E' stato un servizio che gli era stato richiesto dal Padre, cui aveva obbedito "amando i suoi fino alla fine" (Gv 13,1): "Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato" (Gv 6,38). E diceva: "Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera" (Gv 4,34). La piena sintonia d'amore col Padre è stata la radice e la forza di tutta la sua missione. Anche tutta la missione di Paolo scaturì da un amore profondo a Cristo: "Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede nel Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me" (Gal 2,19-20). Per questo dirà che "annunciare il vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone, è un incarico che mi è stato affidato" (1Cor 9,16-17).

Ogni servizio nella Chiesa è allora un mandato, non iniziativa propria: "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto" (Gv 15,16). E porta frutto nella misura del legame profondo con Cristo: "Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla" (Gv 15,5). La sua caratteristica deve essere la fedeltà. Diceva Paolo: "Ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele" (1Cor 4,1-2). Del resto vi è già uno stratega che gestisce la Chiesa di Cristo: "Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri.., vi sono diverse attività.., ma tutte queste cose le opera l'unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole" (1Cor 12,4-11).

2) Il nostro servizio

Ogni prestazione (e ogni autorità) deve essere un servizio. "I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavole o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure il sto in mezzo a voi come colui che serve" (Lc 22,25-27). Ecco cosa significa la parola di oggi: "Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare". Quella parola "inutili" nel testo greco significa "senza utile, cioè senza proprio tornaconto, gratuitamente". Che si traduce: senza pretese davanti a Dio, senza arrivismi entro la comunità, nell'umiltà di una collaborazione che stima l'ascolto, il dialogo e la corresponsabilità: "Ti scongiuro davanti a Dio che si evitino le vane discussioni, le quali non giovano a nulla se non alla rovina di chi le ascolta" (Epist.).

"Nudo uscii dal grembo di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!" (Lett.). E' l'atteggiamento umile di Giobbe: sa che tutto quello che ha è dono di Dio. Anche il bene che si riesce a fare - dice Paolo - è dono della grazia divina: "E' Dio infatti che suscita in voi il volere e l'operare secondo il suo disegno d'amore. Fate tutto senza mormorare e senza esitare" (Fil 2,13-14). Operare quindi senza presunzioni, con la gioiosa coscienza di suggerire quel che ci sembra giusto, capaci anche di prendere posizioni che ci coinvolgano personalmente: "Forzati di presentarti a Dio come una persona degna, un lavoratore che non deve vergognarsi e che dispensa direttamente la parola della verità" (Epist.).

Alla fine il servizio di Dio richiede un cuore pienamente disponibile, pronto alle chiamate e alle sorprese di Dio. Come è stata la disponibilità della vergine Maria alle grandi cose compiute in lei dal Signore: "Ha guardato l'umiltà della sua serva. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente" (Lc 1,48-49). Una disponibilità che è docilità: la beata Madre Teresa di Calcutta voleva sentirsi semplicemente la "matita" in mano a Dio perché scrivesse attraverso lei le sue grandi opere di amore agli ultimi. Il beato Carlo de Foucauld così pregava: "Padre mio, io mi abbandono a te: fa' di me ciò che ti piace! Qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto, purché la tua volontà si compia in me. E' per me una esigenza d'amore il donarmi, il rimettermi nelle tue mani senza misura, con una confidenza infinita, perché tu sei il Padre mio".

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"La nostra capacità viene da Dio" (2Cor 3,5). Siamo come da Lui ingaggiati in una impresa che ci supera, e che richiede da noi semplicemente confidenza, e quindi coraggio. Siamo solo una ruota di un ingranaggio più grande. Non siamo noi a cambiare il mondo. Le vie di Dio non sono le nostre vie (Is 55,8). A volte ci vuole anche tanta pazienza. Sa lui ritmi, modi e scadenze. "Servi senza pretese", ma a servire un padrone che "è il più grande di tutti" (Gv 10,29). "Se perseveriamo, con lui anche regneremo" (Epist.).

Visitate il sito www.liturgiagiovane.it ed il relativo blog, sul quale è possibile aggiungere i vostri commenti, osservazioni, suggerimenti, proposte.

 

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