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TESTO Commento su Luca 9,7-9

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Giovedì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (22/09/2011)

Vangelo: Lc 9,7-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,7-9

7Il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», 8altri: «È apparso Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». 9Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

"Il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva cosa pensare... diceva: ...chi è dunque costui del quale sento dire tali cose? E cercava di vederlo".
Lc 9,7-9

Come vivere questa parola?
Un interrogativo inquietante risuona nella coscienza del tetrarca Erode. Si era macchiato di adulterio e aveva tacitato la voce scomoda di Giovanni Battista. Ora "non sapeva cosa pensare" del Cristo! Questa "volpe"- come lo definirà più tardi Gesù stesso - è turbata. Le sue mani ancora sporche di sangue vorrebbero poter afferrare e manipolare anche la verità sul Messia. Per questo pare "cercava di vederlo". Nel vangelo di Luca, anche di Zaccheo il pubblicano si dice che "cercava di vedere chi fosse Gesù", ma quanta differenza tra il desiderio di vedere dell'uno e l'interesse dell'altro, quale abisso tra la gioia di Zaccheo che lo accoglierà in casa e il rallegrarsi di Erode che "sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui" (Lc 23,8)!
Anch'io mi chiedo: cosa muove veramente il mio cuore a "cercare di vedere" Gesù? La curiosità di chi si percepisce "piccolo" e bisognoso di salvezza o il capriccio superficiale di chi vuol toccare con mano e in qualche modo gestire in proprio la grazia di Dio? Un criterio c'è per verificare la qualità delle nostre attese: se il contatto con la Parola guarisce i nostri desideri, le nostre attese e pretese; se la Parola respirata ogni giorno ci fa riposare sereni e tranquilli nella certezza che se abbiamo Dio nulla ci manca, come diceva Santa Teresa d'Avila.
Oggi, nel mio rientro al cuore, verifico i motivi e la qualità del mio ‘cercare' Gesù, contattandolo nelle profondità del cuore. Questa la mia preghiera:
Non mi accada mai, Signore, di non sapere cosa pensare di Te né che ti cerchi per compensare i miei vuoti o le mie immaturità.
La voce di un mistico
Puro come l'oro più puro, saldo come la roccia,/ come cristallo limpidissimo dev'essere il tuo cuore./ Altri può tormentarsi per la sua sepoltura, celare la sua carogna in superbo edificio!/ Io di ciò non mi curo; / mia tomba, pietra e scrigno per riposo eterno sia il cuore di Gesù.
Angelus Silesius

 

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