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TESTO Commento Marco 13,24-32

padre Paul Devreux

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XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (16/11/2003)

Vangelo: Mc 13,24-32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 13,24-32

24In quei giorni, dopo quella tribolazione,

il sole si oscurerà,

la luna non darà più la sua luce,

25le stelle cadranno dal cielo

e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.

26Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.

28Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. 29Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.

30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

32Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.

Oggi celebriamo la penultima domenica dell'anno liturgico e la Chiesa c'invita a riflettere sulla speranza cristiana: il grande ritorno di Gesù, che verrà a radunare i suoi eletti. Mi apre il cuore alla speranza questa prospettiva?

Gesù c'invita a guardare ai segni premonitori di questa venuta, ma di fatto oggi nessuno ha paura dell'imminenza della fine del mondo. Anzi, direi che il fatto che ci sia qualcuno che la prevede mi può tranquillizzare, perché Gesù ci dice che nessuno la prevedrà. L'unica paura che mi tocca è la paura della mia fine. Quindi posso attualizzare questo Vangelo valutando la mia probabilità di sopravvivenza in questo mondo. L'età e le malattie sono dei segni molto chiari, se li accetto.

Penso che questa prospettiva suscita in noi due tipi di reazioni: una di speranza, l'altra di paura. E' bene che io mi domandi quale di queste due reazioni prevale in me, per fare un bilancio del mio cammino di fede.

La paura della morte mi fa vedere quanto credo alla prospettiva della vita eterna.

La paura del giudizio di Dio mi fa vedere se sono riuscito a diventare misericordioso, perché ognuno tende a pensare che sarà giudicato come lui giudica gli altri.

La speranza in questa venuta mi fa vedere quanto il Signore ha fatta breccia nella mia vita.

Leggendo questa pagina di Vangelo si rimane colpiti dalla prospettiva di una fine del mondo, ma se ci si pensa bene questa è scontata, come è scontata la mia morte. E' una prospettiva normale. Ciò che dovrebbe sconvolgermi non è la prospettiva di una fine, ma bensì il fatto che Gesù mi apre ad una nuova prospettiva, che non è normale, tanto che ciò che il buon senso definisce una fine, il cristiano può considerarlo un passaggio per una nuova vita. Questo è sconvolgente. Ma a me, sconvolge? Condiziona in qualche modo la mia vita e le mie scelte, o mi lascia indifferente? Anche questo può aiutarmi a fare un discernimento sul mio cammino di fede, o, se preferite, di fiducia nel Signore Gesù e nella sua venuta.

Signore vieni e accresci la nostra fede.

 

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