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TESTO Quante volte devo perdonare?

don Roberto Rossi   Parrocchia Regina Pacis

XXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (11/09/2011)

Vangelo: Mt 18,21-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 18,21-35

In quel tempo, 21Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 22E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

23Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. 27Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

28Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. 29Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. 30Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

31Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. 34Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Per molte persone la parola "perdono" non ha alcun senso. Tutti ne sentiamo la fatica e quasi "l'impossibilità".

Per capire qualcosa del perdono, per riuscire almeno un po' a intraprendere questa strada, occorre pensare a Dio, Padre, ricco di misericordia, a Cristo, che ha riconciliato in sé tutte le cose e ha perdonato i suoi crocifissori; ci è di grande aiuto pensare alla testimonianza di tante anime belle dal carattere forte, che hanno saputo vivere il perdono in varie maniere, ma in modo vero.

La legge del perdono è la grande rivoluzione spirituale che il cristianesimo ha introdotto nel mondo. Per gli antichi esisteva la legge del "fai come ti è stato fatto", "occhio per occhio, dente per dente". Ed i giudei, che erano educati religiosamente, dicevano di perdonare fino a tre volte.

L'apostolo Pietro parlando con Gesù va oltre: "Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte? E Gesù a lui: Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette". Gesù non voleva porre un limite matematico facendo pensare che si dovesse perdonare 490 volte e poi si è liberi di vendicarsi. No, egli esclude in senso assoluto il sentimento di vendetta, dovendosi perdonare sempre, senza limiti.

Bisogna che si segua la pratica del Padre che è nei cieli. Egli è largo nel perdonare, dice il profeta Isaia. Egli fa risplendere il sole sui buoni e sui cattivi e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Nel Salmo 102 troviamo scritto: "Quanto i cieli sono alti al disopra della terra, tanto è grande la sua benignità verso quelli che lo temono. Quanto è lontano il levante dal ponente, tanto ha egli allontanato da noi le nostre trasgressioni. Come un padre è pietoso verso i suoi figliuoli, così è pietoso l'Eterno verso quelli che lo temono. Poiché egli conosce la nostra natura; egli si ricorda che siamo polvere" .

Come cristiani, siamo chiamati ad agire alla maniera di Cristo che ci insegna un metodo nuovo dicendo: "Non opporti al malvagio", ed anche: "Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano... Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete?... Voi dunque siate perfetti, com'è perfetto il Padre vostro celeste". Gesù ha realizzato pienamente queste parole nella sua vita, non solo perdonando un gran numero di peccatori, ma chiamando "amico" Giuda Iscariota, pur sapendo che stava per tradirlo. E quando sul legno della croce, inchiodato, sente l'insulto dei suoi carnefici, Egli dice: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno".

In questo vangelo di Matteo abbiamo la parabola del servitore spietato, molto chiara in se stessa.

La parabola aggiunge una parola che è valida per noi: "Così vi farà anche il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona di cuore al proprio fratello". Il che significa che il Signore non ci userà misericordia se a nostra volta non usiamo misericordia. Il debito del nostro fratello è piccolo, rispetto a quello che abbiamo noi col Signore. La nostra ribellione a Dio costituisce il debito impagabile dei diecimila talenti. Dio perdona solo se a nostra volta perdoniamo di cuori i nostri debitori.

Questa prassi è tanto importante nella legge di Dio che Gesù l'ha inclusa nella preghiera modello: "Rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori" (Matteo 6:12).

E l'apostolo Paolo scrive: "Siate gli uni verso gli altri benigni, misericordiosi, perdonandovi a vicenda, come anche Dio vi ha perdonati in Cristo" (Ef.4,32).

Possiamo ricordare, fra le tante, la testimonianza di Maria Goretti e della sua mamma. Maria Goretti muore implorando da Dio il perdono per chi l'aveva colpita. Dopo molti anni, quando quest'uomo, uscito dal carcere, desiderò andare a trovare la mamma e le chiese: "Mi puoi perdonare?". Essa rispose: "Ti ha perdonato mia figlia, ti ha perdonato Dio, come faccio io a non perdonarti?" e lo abbracciò.

 

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