TESTO Come il padre risuscita i morti così anche il figlio dà la vita
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Vangelo: Gv 5,19-24
Proviamo a riscoprire ciò che è essenziale e specifico della nostra fede. Anzi ciò che più esistenzialmente ci viene offerto per dilatare alla speranza la nostra vita grama di sempre. Grama per la prospettiva della morte; grama per l'assurdo che l'accompagna, quasi un'esistenza abbandonata a se stessa entro il caos della vita.
Due le certezze, anzi i fatti, che la fede cristiana proclama: un Dio che s'è fatto vicino nel Figlio incarnato; e la risurrezione di un uomo, il Cristo, primizia e promessa di vita eterna per gli uomini che si legano a lui.
Dio si rivela e opera attraverso il Figlio. Dal Figlio viene la risurrezione.
1) Gesù e il Padre
"Quello che fa il Padre, anche il Figlio lo fa allo stesso modo". Gesù si è presentato come il prolungamento visibile e operativo di quel disegno del Padre che mira alla salvezza dell'uomo. "Il Figlio da se stesso non può far nulla, se non ciò che vede fare il Padre": è trasparenza del Padre, appunto l'incarnazione in mezzo a noi del Dio invisibile. Un Dio vicino, accessibile, toccabile (cf. 1Gv 1,1) è quello che Gesù è venuto a rivelare, sia perché è in piena sintonia nel fare, sia, più profondamente, per la medesima identità divina: "Io e il Padre siamo una cosa sola" (Gv 10,30); "Chi ha visto me, ha visto il Padre" (Gv 14,9). Non c'è più da cercare Dio dacché si è fatto vivo pienamente in quell'uomo Gesù di Nazaret, "nel quale abita corporalmente tutta la pienezza della divinità" (Col 2,9).
Gesù agisce per conto del Padre; per questo è capace di cose grandi: "Il Padre ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste". Il Padre non ha altra mira che il bene dell'uomo, la sua pienezza di vita, fino alla risurrezione; e Gesù ne prosegue l'opera: "Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole". Opera che Gesù tradurrà nei segni di guarigione, di perdono e di resurrezione. Si dirà di lui: "Egli passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui" (At 10,38). E alla fine Gesù stesso riassumerà la sua opera col dire: "Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv 10,10).
Accogliere allora Gesù è decisivo per la vicenda di ogni uomo, perché ormai tutto è affidato a lui, anche il giudizio: "Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre". La salvezza che ci aspettiamo da Dio ora passa tutta da Gesù: "In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati" (At 4,12). Allora accettare Gesù è accogliere la vita che il Padre vuol dare a tutti: "Chi ascolta la mia parola crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita". Non c'è altro accesso al Padre se non tramite la fede in Gesù: "Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato". Una fede, anche "biblica", senza Cristo, non è salvezza vera! Dirà san Paolo: "Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù" (1Tm 2,5).
2) Gesù e la risurrezione
Salvezza, vita, vita eterna è ciò che ci offre il Padre tramite Cristo. Una vita eterna che è di tutto l'uomo, con la risurrezione della carne. Questa è un'altra novità della fede cristiana, specifica. Si è sempre pensato ad una sopravvivenza generica nell'aldilà. Anche tra i cristiani non sono molti che sanno e credono che non solo l'anima, ma anche il nostro corpo sarà glorificato per vivere nella pienezza della vita divina, glorificato e trasfigurato come quello di Gesù risorto. "Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti" (Epist.). Questa speranza è il cuore stesso della nostra fede: "Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini" (Idem). E' il fatto, accertato, della risurrezione di Cristo che garantisce un nostro medesimo destino: uno è venuto davvero dall'aldilà dopo essere stato messo al cimitero. "Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede". Tutto cade!
Cristo è il secondo Adamo che apre una nuova dimensione della nostra umanità: "Come in Adamo tutti muoiono, così in Cristo riceveranno la vita". Un grande disegno ha Dio nell'inviare il suo Figlio tra di noi: una graduale riconquista di tutti gli uomini, ingaggiando una battaglia contro tutti i nostri nemici per liberarci e portarci alla fine a divenire parte di Casa Trinità: "Prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre". Ora l'opera di Cristo si distende nel tempo per raccogliere l'adesione di ogni uomo, liberato da tante schiavitù: "E' necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi", compresa la morte! E' il disegno "di ricondurre a Cristo, unico capo, tutte le cose" (Ef 1,10). Così che, tramite lui, "Dio sia tutto in tutti" (Epist.).
Lo sguardo è corso fino al "cielo nuovo e una terra nuova" (Ap 21,1) cui è incamminato (o trascinato) il nostro mondo. Qui "Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate" (Ap 21,4). Sarà la nuova Gerusalemme, tutta pervasa dallo splendore divino: "La città non ha bisogno della luce del sole né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello" (Ap 21,23). Sarà la piena realizzazione di ciò che Isaia aveva preannunciato: "Tu chiamerai salvezza le tue mura e gloria le tue porte. Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà più lo splendore dalla luna. Ma il Signore sarà per te luce eterna, il tuo Dio sarà il tuo splendore. Saranno finiti i giorni del tuo lutto" (Lett.). Sogno di Isaia, garantito dal giuramento del Dio fedele: "Io sono il Signore: a suo tempo, lo farò rapidamente" (idem).
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Impresa grande è quella intrapresa da Dio attraverso Cristo, impresa di restaurazione dell'uomo e della sua vicenda, dilatandola in qualità ("il tuo popolo sarà tutto di giusti") e lunghezza ("per sempre avranno in eredità la terra", Lett.); impresa cui siamo chiamati a collaborare. E' la missione della Chiesa nella storia, segno e strumento di quel Regno di Dio che, iniziato qui con fatica, avrà il suo sbocco nell'eternità dove "saremo simili a Dio perché lo vedremo così come egli è" (1Gv 3,2).
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