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TESTO Perché vostro è il regno di Dio

don Romeo Maggioni   Home Page

VI domenica dopo Pentecoste (Anno A) (24/07/2011)

Vangelo: Lc 6,20-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,20-31

20Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:

«Beati voi, poveri,

perché vostro è il regno di Dio.

21Beati voi, che ora avete fame,

perché sarete saziati.

Beati voi, che ora piangete,

perché riderete.

22Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.

24Ma guai a voi, ricchi,

perché avete già ricevuto la vostra consolazione.

25Guai a voi, che ora siete sazi,

perché avrete fame.

Guai a voi, che ora ridete,

perché sarete nel dolore e piangerete.

26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.

27Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male.

29A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.

31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro.

Mosè e Gesù, dall'antica alla nuova alleanza, dalla Legge alle Beatitudini, da Israele alla Chiesa: continuità e compimento; iniziativa salvifica e pedagogia di un Dio che mira a trasformare l'umanità a divenire riflesso della sua vita intima, poiché "Dio è amore" (1Gv 4,8).

C'è un bisogno dell'uomo, cui Dio risponde: bisogno di conoscenza ed esperienza di Lui, bisogno di riscatto e di speranza, bisogno di relazioni nuove e di comunione coi propri simili che solo un "regno di Dio" può attuare tra noi.

Le premesse poste nell'antico Israele maturano nel nuovo popolo di Dio, "campo di Dio, edificio di Dio" (Epist.).

1) Mosè

"Mostrami la tua gloria!". Mosè cerca il volto di Dio. Non ne scorgerà dapprima che le spalle, a dire quanto sia trascendente e altro da noi Dio. Ma poi, nella intimità di una ulteriore richiesta, Dio presenta il suo biglietto da visita svelando la sua larghezza di cuore nel gestire la vicenda degli uomini: "Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma che non lascia senza punizione e castiga la colpa.." (Lett.). Conoscere e possedere Dio è l'anelito di ogni uomo, lo sforzo di ogni religione. "Ma il mio volto non si può vedere". Un giorno però lo ha fatto in un modo pieno: "Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato" (Gv 1,18).

"Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi". Per guidare il popolo Mosè sente di aver bisogno di Dio, si affida a lui, attende una sua iniziativa. La risposta divina è la rinnovata alleanza: "Ecco, io stabilisco un'alleanza: in presenza di tutto il popolo io farò meraviglie, quali non furono mai compiute in nessuna terra e in nessuna nazione: tutto il popolo in mezzo al quale ti trovi vedrà l'opera del Signore". Dio va oltre le aspettative di Mosè, si coinvolge con questo popolo per farne una sua famiglia (‘am usa il Deuteronomio) e guidarlo fino alla Terra Promessa. Il seguito dei fatti dell'Esodo e del Sinai sarà tutto un insieme di interventi divini a difesa e a sostegno anche materiale del popolo in cammino del deserto.

Ma è "un popolo di dura cervice", più spesso ribelle che fiducioso e obbediente al suo Dio. Ha bisogno continuamente di perdono: "Tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa' di noi la tua eredità". Opera paziente di Dio che continuamente - come ha promesso - "farò passare davanti a te tutta la mia bontà". L'alleanza sarà snobbata da parte del popolo, ma Dio rimane fedele. Si ripromette di .. fare di più, una alleanza più efficace, dove prevalente sia l'agire di Dio, più efficace la sua parte di collaborazione. "Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore -, nei quali con la casa d'Israele e con la casa di Giuda concluderò un'alleanza nuova. Non sarà come l'alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d'Egitto, alleanza che essi hanno infranto" (Ger 31,31-32). Una alleanza più interiore: "Porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore" (Ger 31,33). Ezechiele sarà più esplicito: "Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo. Porrò il mio spirito dentro di voi" (36,26).

2) Gesù

Proprio il dono dello Spirito sarà la radice e l'anima di quell'alleanza nuova e definitiva che Gesù istaurerà nel suo sangue. Più propriamente, la nuova legge del cristiano sarà lo Spirito Santo, colui che dà la vita, cioè sensibilità e forza a vivere da figli di Dio: "La legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù, ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte" (Rm 8,1). "Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio" (Rm 8,14). E' lo Spirito che fa la Chiesa, ne fa il Corpo di Cristo, con membra diversificate per una comune edificazione: "A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune" (1Cor 12,7). E' opera di Dio: "E' Dio che fa crescere". Noi - dice Paolo - "siamo collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio" (Epist.).

Il Regno di Dio che, con le Beatitudini, Gesù annuncia è esattamente quella nuova umanità raccolta da Dio che corrisponde ad un bisogno di salvezza che sale da situazioni umane deteriorate e tragiche. "Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che avete fame, perché sarete saziati, beati voi, che ora piangete, perché riderete..". Finalmente si cambia, Dio irrompe come Giudice a dare credito al bene e liberare da ingiustizie e persecuzioni. Capiterà ancora di essere odiati, messi al bando, insultati e disprezzati "a causa del Figlio dell'uomo", ma ormai si è certi di un mondo nuovo tenuto in mano da Dio: "Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli". Guai agli altri.. che si tirano fuori da questo mondo nuovo ormai definitivo.

E' qui che si istaura finalmente una umanità sana, una vita buona capace di giungere fino ad amare i propri nemici. Il Decalogo di Mosè qui, nel Discorso della montagna, giunge al suo massimo livello, identificando il cuore della morale di Gesù nella stessa generosità e liberalità del Padre celeste che è misericordioso: "Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male.. A chi ti percuote la guancia offri anche l'altra". L'esempio immediato è il Gesù "mite e umile di cuore" (Mt 11,29) che dalla croce perdona i suoi persecutori. La legge del cristiano è una Persona che ha incarnato nella vicenda quotidiana quell'immagine che le Beatitudini di Matteo hanno tradotto come atteggiamenti spirituali per chi vuol appartenere al Regno di Dio.

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"E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro". Sembra una legge facile e ‘laica'. Ma dietro ci deve stare la coscienza del valore di ogni persona, l'uguaglianza e la sacralità che ognuno deve sentire di se stesso. Altrimenti al rispetto, e quindi alla solidarietà, si sostituisce la competitività, il possesso e la violenza. In realtà non può esistere una moralità laica né, in fondo dei diritti umani, se non c'è un fondamento ultimo che fa riferimento a Dio.

 

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