TESTO Commento su Matteo 7,4-5
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Lunedì della XII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (20/06/2011)
Vangelo: Mt 7,4-5
Come dirai al tuo fratello: "Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio", mentre nel tuo occhio c'è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
Mt 7,4-5
Come vivere questa Parola?
Questo monito del Signore è tanto importante e attraversa in lungo e in largo la nostra esistenza. Sì, perché anche noi siamo tanto propensi a cogliere e condannare quel che di difettoso vediamo nei nostri fratelli e siamo altrettanto pronti scusare le nostre magagne.
Già Fedro, un antico scrittore romano, e prima di lui il greco Esopo, avevano detto che noi avanziamo nella vita con due bisacce: una che ci pende davanti con i difetti altrui, l'altra, piena dei nostri difetti, dietro le spalle. Per questo non li vediamo.
Gesù, con la metafora dell'occhio, evidenzia il suo andare al cuore della questione. Il nostro occhio, ossia il nostro modo di guardare come si comporta il prossimo, è malato, addirittura ostruito da una trave che deforma la vista. E che cos'è la trave? È la mancanza d'amore, è il centrarci su noi, sull'arrogante pretesa di giudicare il nostro prossimo, nella pervicacia di crederci capaci - noi ostruiti dalla trave - di togliere quella che sta nell'occhio (=coscienza) dei fratelli.
Signore, tu ci consoli e ravvivi assicurandoci che, se ci tratterremo dal giudicare gli altri, tu e il Padre nello Spirito Santo ci avvolgerete, esenti dal giudizio, d'infinita misericordia. Che la nostra vita ti canti il grazie per il tuo additarci le vie della luce
La voce di un santo ortodosso russo
Giudica te stesso, allora cesserai di giudicare gli altri.
S. Serafino di Sarov