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TESTO Amen

Gaetano Salvati

IV Domenica di Pasqua (Anno A) (15/05/2011)

Vangelo: Gv 10,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 6Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

7Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.

La liturgia della IV Domenica di Pasqua presenta il cammino di conversione che ogni uomo e donna deve compiere per giungere a godere della vita divina.

L'Apostolo Pietro presenta tale strada nel libro degli Atti: il pentimento, il battesimo, il perdono dei peccati e il dono dello Spirito Santo (At 2,38-39). Durante queste quattro tappe l'uomo non è mai da solo. Infatti, come recita il salmo appena proclamato, "il Signore è il mio pastore", cammina dinnanzi al gregge, cioè i credenti, e li conduce verso pascoli erbosi ed acque tranquille (Sal 22,2). La seconda lettura, tratta dalla Prima Lettera di San Pietro, è un invito ad essere sempre nella gioia: i cristiani devono impegnarsi a modellare la loro vita secondo l'esempio di Cristo, che si affidò totalmente alla giustizia del Padre. Seguendo il modello divino, noi cristiani partecipiamo della giustizia del Crocifisso-Risorto, e siamo salvati. Salvando l'umanità, il Maestro ci raccoglie, ci unisce: siamo una sola famiglia.

San Giovanni usa un linguaggio bucolico e, contemporaneamente, profondo, per sottolineare la nostra nuova condizione di salvati e per meditare l'opera compiuta da Cristo. Gesù, il figlio di Dio fattosi carne umana per essere vicini a noi, è il pastore dell'umanità redenta. Egli chiama le sue pecore per nome (Gv 10,3), e, i credenti, riconoscendo la sua voce, lo seguono verso la salvezza. Gesù Cristo, pastore della nostra anima, è il fondamento e la premessa di ogni cammino di conversione; illumina la nostra esistenza mediante i sacramenti, e, attraverso di essi, apre la porta della vita divina. Il Signore, afferma San Giovanni, è anche la porta, il Redentore: per mezzo della Sua carne martoriata e gloriosa, riceviamo la vita in abbondanza (v.10). Il fianco squarciato del Nazareno è il segno concreto dell'amore di Dio verso l'umanità: la porta aperta è il corpo immolato, sanguinante e morente, dell'Innocente, che accoglie dentro di sè tutti gli affanni dell'uomo.

Cari fratelli, confidiamo nelle parole del Pastore divino: solo Lui parla con l'autorità che gli è stata data dal Padre, poiché Egli è la verità, vale a dire, l'ultima parola, l'Amen, che raccoglie le preoccupazioni del mondo e le trasforma in lodi perenni a Dio. Affidandoci totalmente a Lui, professiamo la nostra fede in Colui che ci ha riunito oggi. Celebrando il memoriale della Sua passione, morte e risurrezione, pronunciamo l'Amen ed entriamo nei pascoli eterni della salvezza. Ma, non siamo noi a pronunciare l'Amen: Cristo, venuto ad abitare nei nostri cuori mediante il battesimo, annuncia il si di Dio nei riguardi dell'uomo e il no al male e alla morte.

Coltiviamo, quotidianamente, con la partecipazione ai sacramenti, la nostra fede. In questo modo, saremo uomini, cristiani, docili al richiamo del Pastore. Amen.

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