TESTO Lo Spirito Consolatore
VI Domenica di Pasqua (Anno A) (29/05/2011)
Vangelo: Gv 14,15-21
«15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Siamo alla sesta domenica di Pasqua e ci stiamo avvicinando ai grandi eventi dell' Ascensione e della Pentecoste.
Gesù, nel Vangelo, prega il Padre affinché ci doni un altro Consolatore: lo Spirito Santo.
Uno Spirito che già dimora presso di noi ed è in noi.
Cristo Risorto rimane presente oggi grazie all'azione dello Spirito che agisce nella Chiesa.
Lo Spirito Santo è Colui che ha aiutato i pagani a staccarsi dai propri idoli, per servire l'unico Dio.
Ha poi guidato i cristiani provenienti dal giudiaismo ad accettare la novità di nuovi popoli che potevano accogliere la salvezza di Dio.
Lo Spirito ci rende attenti ad essere imprevedibili, a cogliere i segni di Dio presenti nell'oggi della Chiesa e della nostra vita.
Pensiamo alla voglia di felicità che è presente in noi, al desiderio di cambiamento, al recupero di valori perduti.
Lo Spirito è sempre presente facendoci capire che la vita è un progetto, ma che tale progetto può essere costantemente cambiato.
Pronti alla novità, a un qualcosa che non sempre porta a termine con precisione i nostri piani.
Siamo chiamati a cogliere quelle situazioni impreviste che ci aprono ancora di più all'azione dello Spirito Santo.
Lo Spirito ci offre la possibilità di tentare, di osare, di resistere alle pressioni della massa.
E' il vecchio che si fa nuovo, è il coraggio di utilizzare i vari doni e renderli in unità.
Lo Spirito trasforma la nosra vita, perché impariamo ad avere un atteggiamento di continua autocritica.
Ma oggi il Vangelo ci presenta lo Spirito come Consolatore.
Dio non ha una faccia triste, ma è Colui che dona consolazione alle persone.
Dio ci consola nel Figlio.
Noi siamo chiamati a farci consolare dallo Spirito, anche se in realtà le nostre consolazioni le cerchiamo molte volte altrove.
Però solo quando ci sentiamo consolati, siamo in grado a nostra volta di consolare.
Un grande ministero oggi è proprio quello della consolazione, perché è difficile trovare persone che siano in grado di ascoltare le fatiche, i drammi e sofferenze della gente di oggi.
Per questo il dono più grande che possiamo chiedere a Gesù è quello di sentirci amati da Lui, osservando i suoi comandamenti e, tale amore, riversarlo alle persone che incontriamo.
Lo Spirito Santo scenda in pienezza su di noi nella Pentecoste ormai vicina, per sentirci persone libere, capaci di novità, aperte ad ogni imprevisto.
E Dio tergerà ogni lacrima dai nostri occhi!