TESTO Commento su Giovanni 7,1-2.10.25-30
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Venerdì della IV settimana di Quaresima (08/04/2011)
Vangelo: Gv 7,1-2.10.25-30
1Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
2Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne.
10Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
25Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? 26Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? 27Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». 28Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. 29Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
30Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.
Dalla Parola del giorno
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete.
Come vivere questa Parola?
Il rischio più grande che possiamo correre anche oggi, è proprio quello di credere di conoscere Gesù. Lo stesso Giovanni Battista, pur essendo suo cugino, riconobbe umilmente il limite della sua conoscenza, dichiarando: "Io non lo conoscevo" (Gv 1,31), finché Dio stesso non lo ha illuminato durante il battesimo nel Giordano. E Paolo affermerà che se prima si è "conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così" (2Cor 5,16).
C'è quindi una conoscenza più immediata ma parziale che, se assolutizzata, rischia di diventare fuorviante, e una conoscenza che si presenta come il progressivo disvelamento di un volto i cui tratti conservano sempre qualcosa di inafferrabile, e che proprio per questo spinge a cercare ancora.
Il cammino di fede fa passare dalla prima alla seconda forma di conoscenza di Cristo e si realizza sotto la mozione dello Spirito Santo: è dono del Padre e non conquista personale, anche se richiede la disponibilità ad accogliere il dono e a non considerarsi mai degli arrivati.
Oggi mi chiederò: la mia conoscenza di Cristo è secondo la carne o secondo lo Spirito, cioè si tratta di una conoscenza fondata su quello che so di lui e di cui mi sento appagato o di una conoscenza che non sempre è traducibile verbalmente perché attinge a un vissuto, a un incontro che rimanda oltre.
Padre, tu mi hai donato Gesù perché attraverso lui potessi conoscere te, il mistero di amore della tua vita a cui mi chiami a partecipare. Con la luce del tuo Spirito, dammi di non fermarmi a una conoscenza secondo la carne, ma di protendermi verso la contemplazione del suo autentico volto.
La voce di una testimone
Ho veramente scoperto che Lui è la Via: in Lui trovavo tutto quello che il mio cuore cercava, in Lui trovavo la pace, in Lui trovavo la gioia, in Lui trovavo un senso alla mia esistenza, in Lui trovavo quei colori capaci di riempire, di colorare di cielo la mia piccola vita.
Chiara Amirante