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TESTO Commento su Luca 16,19-31

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Giovedì della II settimana di Quaresima (24/03/2011)

Vangelo: Lc 16,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: 19C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 27E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. 30E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Dalla Parola del giorno

Figlio ricordati che nella vita tu hai ricevuto i tuoi beni e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo dei tormenti.

Come vivere questa Parola?

Il Vangelo di oggi ci mette dinanzi la figura di Lazzaro, un povero che accetta e soffre la propria condizione, consapevole della sua dipendenza da Dio e dagli altri (Lazzaro vuol dire infatti, Dio aiuta). Il povero nella sua miseria si mette alla porta del ricco; sperando di ottenere qualcosa da mangiare, dona in quel modo, la possibilità al ricco di aiutarlo, di comportarsi davvero come ‘fratello'. Ma costui rimane cieco e sordo. Con la morte di ambedue, Gesù ci insegna che bisogna prendere sul serio la propria esistenza; essa è lo spazio che ci è concesso per scegliere la vita o la morte, la relazione con Dio o l'alienazione da Lui. L'amore del fratello, ‘ogni' fratello, è l'espressione e la misura della nostra relazione con Dio.

Nella mia pausa contemplativa, oggi, prendo coscienza del fatto che non ha tanto importanza la modalità della realtà esistenziale della mia vita: ricco o povero, leader o semplice cittadino, intelligente o meno, ciò che conta è il mio rapporto di dipendenza con la Sorgente di tutto, Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.

Signore Gesù, aiutami ad accettare e apprezzare la mia vita quaggiù come mezzo privilegiato per conoscerti e avere accesso alla vita eterna. Tocca a me abbracciare la mia esistenza e viverla fino in fondo, unito con tutti quelli che incontro per la strada.

La voce di una guida spirituale di oggi

Quindi per forza ci vuole questo al di là sconosciuto che regge il presente. È perciò grande grazia chiedere il senso giusto del tempo, della vita, della morte, dell'eternità.
Carlo Maria Martini

 

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