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TESTO Gli occhi pieni di te

don Carlo Occelli   Jesus Inside

II Domenica di Quaresima (Anno A) (20/03/2011)

Vangelo: Mt 17,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 17,1-9

In quel tempo, 1Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.

9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Immergersi in un oceano di silenzio per trovare un'altra dimensione, per riempirsi gli occhi di Dio. Per ritornare bambino. Per parlare senza dire parole.

Così salgo sulla bici e vado a Villa Pamphili. Non sarà il Tabor, ma ciò che conta è che sia per me un nuovo Sinai: il monte dove incontrare la bellezza di Dio.

Sali anche tu amico in cammino verso la Pasqua. Regaliamoci un tempo di silenzio nel frastuono delle nostre città, un tempo lento nella velocità giornaliera, un tempo riempito dalla presenza dello Spirito. Un'ora, un giorno, 15 minuti... che importa. Il tempo con Dio non è misurabile, si dilata. Avvolge, coinvolge, accarezza. E anche solo un istante può profumare d'eternità.

A proposito di profumi: allora com'è stata questa settimana? Di che ti sei nutrito? Quali profumi hanno scagionato le celebrazioni vissute? Quale menù hai scelto alla fine?

Non lasciamo cadere questo aspetto, non corriamo. Custodiamo in noi il desiderio ogni settimana di nutrirci sempre meglio per prepararci al banchetto pasquale.

Ricordiamo: nutrire i nostri occhi, il nostro cervello, le nostre orecchie...

Dunque, saliamo sul Tabor! È un regalo che non ti fa nessuno, te lo devi scegliere. Se ne hai la possibilità, coraggio. Se ti è impossibile basti allora camera tua, il tuo balcone, la tua chiesa, il tuo parco, persino la tua piazza, purché sia sull'orlo del cielo!

Persino essere davanti ad un monitor di computer può aprirti all'incontro con Dio.

Gesù, prendimi in disparte, e parla al mio cuore.

Mi calmo, mi regalo attimi di silenzio. Nel mio respiro invoco la presenza dello Spirito Santo. Mi incammino come se fossi uno dei tre, Gesù davanti a noi. Passo da montanaro, ha la gamba allenata lui.
Perché quei tre? Privilegiati? Non mi convince.

Quei tre sono piantagrane, danno sempre dei problemi. Saranno loro a mormorare su chi è il più in gamba, su chi deve sedere alla destra o alla sinistra eccetera eccetera. Pietro poi si è appena sentito chiamare "Satana" dal Maestro (Mt. 16,23 dieci righe prima NdR). Ci è rimasto secco secco. E ben gli sta!

Si, intuisco che quei tre son pellacce, gente poco affidabile. Forse è per questo che mi trovo a mio agio. Forse è per questo che il Signore ha acconsentito affinché potessi seguirli pure io.

Anch'io mi sento inaffidabile. Ti ho tradito così tanto Maestro!

Cammino in silenzio. Trovo che sia bellissimo camminare in silenzio: osservo, scruto, medito la vita e alimento i sogni. Sono così spesso di fretta che la vita talvolta mi sembra che scorra davanti a me quasi non fosse mia.

Penso al vangelo delle tentazioni, al terzo piatto di portata proposto dal diabolico menù. Quando Gesù fu portato su un alto monte: se vuoi essere Messia devi percorrere la via del potere. Con il potere dei regni e la ricchezza che ne consegue potrai comprarti tutto ciò che vorrai. Gesù rifiutò. E cominciò a scrivere un menù altro, che raccontava di un Messia differente.

Ora, sul monte Tabor, parecchio tempo dopo, vedo le conseguenze di quella scelta. E accade l'inaspettato.

La luce che abbaglia. Brilla riempie avvolge riscalda rischiara illumina.

La condizione divina non si ottiene con il potere, ma con l'amore. E l'effetto dell'amore è la trasformazione: la bellezza è la visibilità dell'amore. Il suo volto brillò come il sole...

Il suo volto era un volto di innamorato, ditemi quel che volete. Perché è l'amore che rende belli, è l'amore che fa brillare, che illumina. Per questo il volto di Gesù era così bello da essere difficile descriverlo. Ci viene dato un assaggio della Risurrezione, quanto il Padre mostrerà al mondo che è l'amore l'ultima parola. E che Gesù non ha sbagliato a vivere e morire per amore!
Ma non corriamo.

Mi godo ora questa bellezza, contemplo il volto di Gesù. In questo silenzio sento che il suo amore mi comunica bellezza, mi riempie gli occhi, mi fa brillare la vita.

Quando si è innamorati, la bellezza si vede. Tutto brilla di luce.

Mi vengono in mente le parole del romanzo "Bianca come il latte, rossa come il sangue": Strappare la bellezza ovunque essa sia e regalarla a chi mi sta accanto. Per questo sono al mondo.

Sul monte mi trasporto virtualmente alla vita normale e mi domando se sto regalando bellezza. Se il mio incontro ordinario con le persone è avvolto dalla bellezza, se il mio celebrare l'eucaristia comunica bellezza. I silenzi, i canti, le processioni, gli inchini del corpo e le mani allargate, le mie labbra e il mio volto, le mie parole e le mie espressioni... comunicano bellezza?

Rimango nella tua luce Signore, perché da solo non ce la farei. Nella tua luce mi guardo attorno per strappare bellezza. Per saperla vedere la bellezza.

Sì, troppo spesso so vedere benissimo le ombre, il brutto e lo scuro.

E se cominciassi a camminare in questo mondo imparando a leggere bellezza, e a ruminarla, assaporarla. Per poi raccontarla. Raccontartela, amico, nella gioia dell'incontro, nelle parole di un racconto, nel silenzio di uno sguardo, nel movimento di una passeggiata.
Oltre le ombre.

Nella luce di Cristo, leggere la bellezza. Anche la tua, oltre ogni ombra.

Pietro, Giacomo e Giovanni capiscono poco di quel che succede. In parte fraintendono, ancora presi dall'idea di un Messia che debba sottostare alla legge di Mosè e sia zelante come il profeta Elia.

Il Padre domanda di ascoltare Gesù. Punto e a capo. E si ritrovano con un Gesù che ancora una volta è fotografato nel movimento di avvicinarsi a loro. Tenero.

Alzando gli occhi, non videro nessuno, se non Gesù solo.

Scendo dal mio Tabor solo con te Maestro. Nella tua luce posso vedere bellezza ovunque. E diventare io stesso bellezza.
Salto sulla bici, felice.
"Mi riconosci ho le scarpe piene di sassi
la faccia piena di schiaffi,
il cuore pieno di battiti
E GLI OCCHI PIENI DI TE". (Jovanotti)

ocio75@gmail.com
Facebook: Occelli Carlo

 

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