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TESTO Commento Marco 9,14-29

Paolo Curtaz   Ti racconto la Parola

Lunedì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (24/02/2003)

Vangelo: Mc 9,14-29 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Gli apostoli si sono un po' montati la testa; d'altronde – che diamine! – è da tempo che seguono il Maestro Gesù, hanno visto come opera, sono in grado di imitarne, più o meno, i gesti e le parole. Assistiamo così, oggi, alla peggiore delle figure narrate dagli evangelisti (criterio di verità: voi scrivereste un libro di fantasia in cui fate una pessima figura?): gli apostoli, contattati da questo povero padre di famiglia, pensano di non avere bisogno di disturbare il Signore Gesù, la misura del loro doppio fallimento – di fronte a questo pover'uomo e rispetto a Gesù – è bene evidenziata da Marco. La ragione del loro fallimento, spiega alla fine Gesù, è nell'assenza di coinvolgimento degli apostoli: la guarigione è frutto di una lotta contro il male, richiede sacrificio e compassione, non si tratta di giocare a fare i maghetti di turno! Il padre del ragazzo epilettico, però, dona agli apostoli e a noi una lezione memorabile: sollecitato da un Gesù piuttosto alterato dall'accaduto, sentendosi stimolato ad avere più fede, questo pover'uomo formula una delle preghiere più toccanti dell'intero vangelo: "Signore io credo, ma tu sostieni la mia incredulità". Sì, Signore, tu conosci la misura della nostra fragilità, tu sai della fatica del nostro vivere.

Sostienici, Signore, quando la nostra fede vacilla!

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