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TESTO Gesù e l'adultera

don Romeo Maggioni   Home Page

Penultima domenica dopo Epifania (anno A) (27/02/2011)

Vangelo: Gv 8,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Oggi prolificano le separazioni tra coniugi, persino - si direbbe - quasi una moda. Eppure è un male pesante, per chi si divide, per i figli abbandonati, ma anche di fronte a Dio che lo considera sempre un venir meno ad un suo disegno oggettivo sull'uomo e la donna che si sono promessi fedeltà.

Eppure, di fronte a un tradimento, la scelta non è un incolparsi reciprocamente e dividersi: questo lo fanno tutti i pagani. Per Gesù la prima parola è il perdono. perdono reciproco, perché tutti possono sbagliare; perdono di Dio perché "Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui" (Gv 3,17).

C'è di mezzo qui un modo diverso di concepire l'atteggiamento di Dio nei confronti del peccato: oggi egli scadenza la sua giustizia al ritmo della misericordia. Al perdono precede la sua clemenza.

Per questo è detto: "Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso" (Lc 6,36).

1) Come il Padre Vostro

Noi abbiamo di Dio una concezione del tutto sbagliata - il sospetto di Dio è l'eredità del peccato -; proiettiamo in lui la nostra idea di giustizia che a volte sfiora la vendetta. E comunque sempre una punizione: hai infranto la legge, paga! Non che civilmente non si esiga questa giustizia retributiva, e magari una deterrenza. Ma il cuore di Dio è diverso. "Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione. Non darò sfogo all'ardore della mia ira, perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò a te nella mia ira" (Os 11,8-9). Già i profeti avevano richiamato "le viscere di misericordia" che Dio ha nei confronti del suo popolo: "Non è un figlio carissimo per me Efraim, il mio bambino prediletto? Ogni volta che lo minaccio, me ne ricordo sempre con affetto. Per questo il mio cuore si commuove per lui e sento per lui profonda tenerezza" (Ger 31,20).

Gesù venne principalmente a svelarci la larghezza di cuore di questo Dio "che fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti" (Mt 5,45). Ha scandalizzato il Battista, ha sconcertato i discepoli stessi, ha irritato i farisei un Gesù che siede a tavola coi peccatori, che accoglie tutti con cuore aperto, fino a dichiarare: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti ma i peccatori" (Mt 9,12-13). Anzi, propriamente, la soddisfazione di Dio è il perdono: "Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione" (Lc 15,7). Sant'Ambrogio ha quella stupenda parola in finale del suo commento alla creazione: "Non leggo che Dio si sia riposato quando creò il cielo e la terra; leggo che si è riposato quando creò l'uomo perché finalmente aveva trovato uno cui potesse perdonare".

Così qui Gesù con la donna adultera: "Nessuno ti ha condannato? Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più". Il peccato c'è e Gesù lo riconosce; ma il suo perdono è per dare fiducia e forza a riprendere una vita retta e a dare valore ad una conversione. Dio dà sempre una possibilità. Sempre sant'Ambrogio dice: "Non è santo chi non pecca mai, ma chi, una volta che è caduto, si rialza". Il punto esatto della santità sta nel ricominciare sempre da capo, con la piena consapevolezza che la misericordia di Dio precede il pentimento! Sant'Agostino termina il commento a questo episodio col dire: "Relicti sunt duo - Sono rimasti solo in due, dopo che tutti si erano allontanati: misera et misericordia - la donna adultera e Gesù-misericordia!".

2) Siate Misericordiosi

"Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei". Una parola fulminante, che ha cambiato completamente la situazione. "Tutti hanno peccato - dice Paolo - e sono privi della gloria di Dio" (Rm 3,23). La coscienza di essere peccatori e bisognosi che Dio chiuda un occhio e due su di noi, ci rende meno giudici implacabili nei confronti degli altri. Nessuno arriva mai a corrispondere pienamente al dono di Dio: in questo consiste il nostro sentirci sempre peccatori, e quindi invocare il suo perdono: "Noi abbiamo peccato, siamo stati empi, siamo stati ingiusti, Signore, nostro Dio, verso i tuoi comandamenti. Allontana da noi la tua collera" (Lett.). Ad ogni incontro con Dio la Chiesa ci invita all'atto penitenziale e, soprattutto, caldeggia il sacramento della Riconciliazione, dove il perdono di Dio è esplicito e rassicurante, perché tiene la garanzia di un suo mandato: "A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati" (Gv 20,23).

Quel perdono di Dio ha un fondamento nel gesto riconciliatore di Cristo: lui "è l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!" (Gv 1,29). La nostra vita ha potuto cambiare grazie proprio alla redenzione di Cristo: "Quando infatti eravamo nella debolezza della carne, le passioni peccaminose si scatenavano nelle nostre membra al fine di portare frutti per la morte. Ora invece, morti a ciò che ci teneva prigionieri, siamo stati liberati per servire secondo lo Spirito, che è nuovo" (Epist.). Certamente si richiede pentimento, ma l'efficacia della rinnovata comunione con Dio è frutto della sua grazia e del sacramento.

Se non causa, certo verifica del nostro ritorno a Dio è prolungare la sua gratuita misericordia ai nostri fratelli. "Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori" (Mt 6,12), ci ha insegnato a pregare Gesù. "Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli, perdonerà anche a voi" (Mt 6,14). Non c'è rivelazione più efficace del cuore misericordioso di Dio se non un sincero perdono offerto a chi meno se l'aspetta: è dire che Dio perdona proprio tutti. Non c'è peccato che Dio non perdoni a chi glielo domanda con cuore pentito. L'offesa più grande che gli si può fare è quella di dubitare del perdono di Dio.

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Il tema dell'adulterio ricorre nella Bibbia quale definizione profonda del peccato dell'uomo. Osea ne ha scritto rivelando lo sconcerto di Dio di fronte al tradimento del suo popolo: "Accusate vostra madre - dice il Signore rivolto a Gerusalemme - accusatela perché lei non è più mia moglie e io non sono più suo marito! La loro madre, infatti, si è prostituita, perché ha detto: Seguirò i miei amanti, che mi danno il mio pane e la mia acqua, la mia lana, il mio lino, il mio olio e le mie bevande" (2,4.7). Quanti tradimenti anche per noi, che poniamo nel consumismo tutta la nostra salvezza, sostituendo i supermercati alle chiese, di domenica! Ma proprio in quella vicenda di Osea alla fine si dice: "Va' ancora, ama la tua donna adultera, come il Signore ama i figli di Israele" (Os 3,1), cioè perdonala come io perdono al mio popolo!

Il peccato è questione di cuore, di tradimento di un amore che noi .. facciamo tanta fatica a capire!

 

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