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TESTO Commento su Matteo 5,17-37

don Luigi Trapelli

VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (13/02/2011)

Vangelo: Mt 5,17-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

20Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.

23Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

25Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!

27Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.

29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.

31Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.

33Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. 34Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. 36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno.

Cosa significa essere cristiani e cosa implica?

E' solo una serie di precetti da vivere per placare Dio o è qualcosa di diverso?

Perché tutto un mondo giovanile non frequenta più la Chiesa e fa fatica a credere?
Ma poi è così semplice vivere ed essere dei cristiani?

Queste considerazioni le abbiamo pensate più volte ed è difficile trovare delle risposte precise.

Per molte persone la catechesi risale all'età della scuola e, nell'oggi, si ritiene sufficiente andare alla Messa e seguire alune norme di comportamento cristiano soprattutto etico.

Gesù, nel brano di oggi, non dona una risposta precisa, però illumina il nostro rapporto tra la fede e le leggi.

Gesù non viene a modificare la legge di Mosè, ma la porta a compimento.

Ciò che conta non è l'osservanza materiale dei precetti, ma cosa ci sta sotto, ossia il rapporto con Dio e con i miei fratelli.

Se io ho un rapporto sereno con Dio, se con gli altri mi comporto con una certa schiettezza, non ho bisogno che uno mi venga a dire cosa debbo fare.

Pensiamo al vissuto di Gesù, per sperimentare il suo essere cristiano.

Per Gesù non esistono dei nemici, ma solo persone da amare e rispettare.

Egli non ha mai criticato la persona, ma piuttosto le azioni sbagliate commesse da un individuo.

Gesù ha agito con trasparenza, non con la logica del compromesso.

Messo in croce ha perdonato, non ha insultato, ha porto l'altra guancia.

Da qui scaturisce che l'omicidio è sempre sbagliato, ma nasce laddove l'uomo nutre rancore per l'altro uomo.

L'adulterio sorge quando si vuole desiderare la persona di un altro.
Alla radice di tutto sta il rapporto tra la coppia e Dio.

Quando tale rapporto è quasi nullo. è chiaro che è difficile parlare di amore eterno o comunque di fedeltà.
Gesù ci invita ad essere veritieri sempre.

Non ha senso giurare visto che il cristiano è chiamato ad un parlare chiaro: sì sì e no no.

In un mondo sommerso dalle parole, abbiamo bisogno di persone che non solo siano esperte nella chiacchiera, ma sappiamo leggere in profondità la realtà.

Da un lato si punta a non spendere vane parole puntando alla sobrietà e dall'altro non rimanendo alla superficie, ma dicendo qualcosa di significativo.

E' quello il momento in cui quella persona cessa di essere un numero tra i tanti, ma diventa il mio amico, con quel nome specifico, a cui posso confidare i miei problemi.

Ed infine il si si, no no, ci fa comprendere quanto la parola sia un macigno pesante perché le parole sono anche schiaffi.

Dire "ti amo", "ti perdono", "ti odio", non è la stessa cosa e significa un certo modo di relazionarci con l'altro.

Parlare tra credenti vuol dire accorgersi che la prima parola è Dio che l'ha pronunciata e noi siamo chiamati ad un linguaggio autenticamente cristiano, senza falsità, compromessi, critiche alle spalle, che rischiano di squalificare chi le pronuncia.

Tutto ciò che ci è di scandalo è meglio toglierlo e buttarlo via, piuttosto che finire nella grande discarica della Geenna.

Essere cristiani non è facile e non è solo vivere una serie di precetti.

Significa mettere in atto, con le nostre fatiche e i nostri peccati, il Vangelo che è Gesù, per conformarci alla Sua persona, per essere da Lui plasmati.

Vivendo nella prospettiva del dono costante verso Dio e verso gli altri.

Seguendo quella strada che Gesù ha percorso per primo.

 

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