TESTO Commento su Marco 4,26-34
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Venerdì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (28/01/2011)
Vangelo: Mc 4,26-34
Dalla Parola del giorno
Il terreno produce spontaneamente primo lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura.
Come vivere questa Parola?
Il regno è opera di Dio. Come il grano affidato alla terra, cresce da sé non importa se il contadino dorme o veglia, così per il regno. All'uomo spetta la preparazione del terreno e la semina, Dio fa il resto.
Con questa parabola, Gesù afferma la priorità assoluta di Dio e l'inutilità di ogni azione regolata puramente da criteri mondani. Il regno c'è, e sta sviluppandosi, sovente di nascosto, lungo tutta la storia umana, perché dipende da Dio e non da noi.
Gesù, Figlio di Dio, è il buon seme, morto in croce e sepolto per portare frutti di vita in abbondanza, testimone dell'Amore di Dio che non abbandona mai il suo creato. Noi partecipiamo alla realizzazione del regno vivendo in fedeltà la parola di Dio, impegnandoci, anche noi, ad abbracciare la croce giorno dopo giorno con pazienza, fino alla mietitura, la venuta del Signore nella gloria.
Nella mia pausa contemplativa, oggi, accolgo con gioia il fatto che tutto è nelle mani, nel cuore del Padre. Quindi nessun timore, solo una pazienza fiduciosa che tutto opera per il bene e per il regno, anche quando io non vedo risultati, o non capisco il perché e tutto sembra negativo.
Signore Gesù, aiutami a fare questo salto di fede! Voglio affidarmi interamente a te: la mia vita con tutte le preoccupazioni per la famiglia, il lavoro, il salute, la situazione precaria del mondo...tutto entra nel tuo piano di amore per noi, e trova guarigione.
La voce di un santo sacerdote
Far dal canto proprio tutto il possibile come se Dio non avesse a far nulla e poi, rimettersi a Dio come se nulla si facesse dal canto proprio.
Don Giovanni Bosco