TESTO Commento su Eb 3,14

Dalla Parola del giorno

Siamo diventati partecipi di Cristo, a condizione di mantenere salda fino alla fine la fiducia che abbiamo avuto fin dall'inizio.

Come vivere questa Parola?

Sullo sfondo della pericope odierna, tratta dalla lettera agli Ebrei, la vicenda dell'esodo. Liberati dalla schiavitù dell'Egitto e più volte soccorsi da Dio nel loro peregrinare nel deserto, gli Israeliti gli oppongono resistenza rifiutandosi di superare l'ultimo ostacolo che li separava dalla terra promessa.

Una palese e ingiustificata mancanza di fiducia che precluse loro la partecipazione al "riposo di Dio" che veniva loro gratuitamente offerto.

Un monito per il cristiano, la cui vicenda si snoda all'insegna del "già e non ancora", cioè, egli è già partecipe di Cristo, grazie all'incarnazione che ha reso il Verbo di Dio nostro consanguineo e quindi nostro fratello, ma, come ricorda Paolo, deve completare in sé ciò che manca perché il suo innesto in lui sia pieno, cioè deve essere disposto a condividerne il mistero di morte e resurrezione nello snodarsi degli eventi, senza lasciarsene scandalizzare.

È infatti facile cadere nello stesso errore di fidarsi e affidarsi a Dio finché tutto procede secondo i nostri schemi, pronti poi a riafferrarci alle nostre pseudo-sicurezze quando sentiamo che ci viene a mancare la terra sotto i piedi. Ma sono proprio questi i momenti di verifica e di rafforzamento di quella fede-fiducia che ci trapianta dall'io in Dio, rendendo stabile e definitivo il nostro essere partecipi di Cristo.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, verificherò la solidità della mia fede-fiducia nella concretezza del mio vivere e chiederò al Signore di farmi progredire in un autentico abbandono.

Sostieni, Signore, con la tua grazia, la mia oscillante fiducia in te, perché attraverso gli eventi della vita io mi radichi sempre più saldamente in te, mia Roccia.

La voce di un vescovo santo

La fiducia in Dio addolcisce tutto, ottiene tutto, sostiene tutto.
San Francesco di Sales