TESTO E poi?
Battesimo del Signore (Anno A) (09/01/2011)
Vangelo: Mt 3,13-17
In quel tempo, 13Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». 15Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Ho avuto la fortuna di iniziare questo 2011 in compagnia di una dozzine di famiglie della mia comunità e di trascorrere questi primi giorni dell'anno con una cinquantina di ragazzi della mia zona pastorale in un bellissimo campo invernale sulle nevi della "concorrenza" trentina.
Ringrazio il buon Dio e la sua infinità fantasia per questi doni ricevuti, per gli intrecci di storia, di passione e di vitalità che mi hanno dato uno slancio di coraggio per questo nuovo anno.
Oggi le strade sono una lastra di ghiaccio. La pioggia sottile si cristallizza sull'asfalto.
Pericolosissimo.
Scivolare è facile, per strada e nella fede.
Scivolare è facile, smettere di cercare, seguire l'esempio sedentario di Erode e snobbare il cammino coraggioso dei magi.
Scivolare è facile, dimenticare quel cucciolo nella grotta di Betlhemme e riappropriarsi della propria immagine ammuffita di Dio.
Bellissimo il Natale, certo.
Ma poi, si sa, l'Epifania le feste le porta via.
E si riparte. Scuola, lavoro, impegni, scadenze, agende surriscaldate...
E che è servito tutto questo? Solo una bella pausa per riprendere un po' il fiato? Una sosta romantica ai piedi della culla del piccolo Gesù? E poi?
E poi quel bimbo è diventato un uomo, dopo trent'anni di nascondimento nel silenzio di Nazareth, esce allo scoperto.
La scena del Battesimo è una conferma dello stile di Dio, del "come" che abbiamo meditato nella notte di Natale.
Il Rabbì inizia la rivelazione messianica attesa da secoli e si mette in fila con i peccatori.
Nato in una stalla, ora si presenta in fila con i peccatori al Giordano.
Pure il Battista rimane stupito, forse anche Lui si aspetta un Messia diverso, una rivelazione inequivocabile, prodigi, miracoli, guarigioni per svelare al mondo la verità del falegname di Nazareth.
E invece no.
La Rivelazione prosegue lo stesso stile dell'Incarnazione: solidarietà, nascondimento, irrilevanza, piccolezza.
Coraggio, cari amici! Liberiamo i nostri salotti dai presepi e dagli alberi di Natale, ma facciamo in modo che lo stupore non si liberi mai di noi.
Buona settimana
don Roberto