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TESTO Commento su Giovanni 1,1-18 (forma breve Giovanni 1,1-5.9-14)

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II Domenica dopo Natale (02/01/2011)

Vangelo: Gv 1,1-18 (forma breve Gv 1,1-5.9-14) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,1-18

1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

Le letture che la liturgia di oggi ci propone sono incentrate sulla figura di Gesù, sapienza e luce per il mondo.

La prima lettura tratta dal libro del Siracide ci parla della Sapienza di Dio, che per gli ebrei era la Scrittura, la Torah. Nella rilettura di questo libro dell'Antico Testamento fatto dai Padri della Chiesa la Sapienza è Gesù, il verbo di Dio che "si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14)

Il Salmo 147 ci invita a lodare il Signore perché egli dà sicurezza e pace e manda la sua Parola sulla terra. Dio mette pace perché la sua Parola corra veloce non solo nelle "sacrestie", ma anche tra i mercati.

Nella seconda lettura anche l'apostolo Paolo si rifà alla Sapienza augurando agli abitanti di Efeso che "il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui. Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi". Per questo Paolo prega.

Il Vangelo ci propone il prologo di San Giovanni; una delle pagine più belle della Bibbia, ma anche tra le più difficili da capire. Nella Bibbia "la parola" è l'espressione più profonda e intima di una persona, e lo stesso Dio non sarebbe Dio se non comunicasse la sua Parola dal profondo del suo essere. L'evangelista Giovanni ci presenta Cristo come Parola, con chiaro riferimento alla parola creatrice di Dio, sapienza del Signore che tutto ordina nell'armonia del creato. Egli è il volto di Dio, Dio egli stesso, immagine di due persone che nella diversità si amano e si comunicano. Gesù è venuto nel mondo per mostrarci il volto del Padre e per illuminare il cammino dell'uomo attraverso la luce eterna di Dio, cioè attraverso la sua stessa vita. Malgrado le tenebre (i nostri peccati, le ingiustizie, le nostre debolezze, i nostri rifiuti) cerchino di oscurarla, la luce di Cristo splende negli uomini tanto da farli diventare figli di Dio, luce essi stessi. E questa luce, questa Parola "si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi", cioè si fece uomo, nella sua fragilità ed impotenza, come ogni creatura, nascendo da una donna, Maria: è il mistero grande dell'incarnazione, di un Dio che ha tanto amato gli uomini da volerne condividere lo stesso destino.


Per la riflessione di coppia e di famiglia:

- Possiamo vivere questa domenica come il passaggio che ci porta all'incontro con Gesù nella festa dell'Epifania, non solo come comunità ristretta, ma in compagnia dei Magi (il mondo). Come ci sentiamo provocati dalla mondialità, dall'ecumenismo?

- Nel nuovo rito del matrimonio gli sposi pregano per essere "luce pace e gioia nel mondo". Come ci provocano e ci aiutano queste parole oggi?

 

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