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TESTO Commento Luca 13,22-30

Paolo Curtaz   Ti racconto la Parola

Mercoledì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (30/10/2002)

Vangelo: Lc 13,22-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 13,22-30

22Passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. 23Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: 24«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. 26Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. 27Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. 28Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Credere è difficile, che scoperta! Essere discepoli, oggi, è fatica che richiede carattere e lotta. Mia nonna spesse volte mi parlava dei fioretti che le consigliava l'anziano parroco. Oggi è un fioretto restare credenti! Tutto ci allontana dal vangelo, tutto annebbia la sua logica, tutto contraddice la sua novità. Meglio chiudere la fede in un angolo della coscienza, meglio annacquare la fede fino a renderla inconsistente: che Dio si accontenti - che diamine! - del tempo che riusciamo a dargli! Lasciate stare le piccole devozioni, amici, qui si parla di una grande lotta, di una purificazione interiore, del tempo della lotta e del martirio. La fede non è più dato acquisito - lo è mai stato? - e scegliere di essere discepoli rischia di farci allontanare dagli altri, di essere derisi e giudicati. Porta stretta, anzi strettissima, quella attraverso cui il Signore ci chiede di passare. Difficile per chi, come me, lavora full time nella costruzione del Regno, difficile per chi propone valori derisi come l'unità del cuore e la povertà e l'obbedienza, ma più difficili ancora per chi è chiamato a vivere totalmente immerso nella logica di questo mondo conservando e testimoniando un mondo diverso. Difficile per chi lavora nel mondo dell'economia e vuole salvaguardare la dignità dell'uomo, difficile per chi vuole costruire la propria vocazione matrimoniale nella fedeltà e nell'accoglienza...

Non scoraggiamoci, amici, siamo davanti ad una grande impresa, siamo come le prima comunità cristiane sparse nel bacino del mediterraneo che, grazie alla loro fedeltà, hanno fatto giungere il vangelo fino a noi oggi...

E' dura Signore, e tu lo sai: dura essere autentici, dura esserti fedele, dura non sentire le sirene che ci ammaliano verso paradisi artificiali venduti a buon mercato, dura essere uomini, dura essere discepoli. Ma tu sei con noi e riempi il nostro cuore di speranza, Dio che ami la vita.

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