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TESTO Commento su Luca 20,27-40

Paolo Curtaz  

Sabato della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (21/11/2009)

Vangelo: Lc 20,27-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 20,27-40

27Gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: 28«Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 29C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30Allora la prese il secondo 31e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. 32Da ultimo morì anche la donna. 33La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». 34Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

39Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». 40E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

Il Dio di Gesù è Dio dei vivi, non dei morti, il Dio che ama la vita e suscita la vita in chi lo ama e lo segue. I sadducei, aristocratici e conservatori guardavano con sospetto a tutto ciò che non derivasse direttamente dalla Legge di Mosé, perciò erano aspramente contrari alla fede nella resurrezione dai morti portata avanti dai farisei, i veri innovatori devoti del tempo. Fino a loro, il pio israelita era convinto che, dopo la morte, il corpo scendesse nello Sheol, una specie di condizione subumana dai tratti deprimenti. La teologia biblica comincerà a parlare della sopravvivenza dell'anima solo a partire dal ritorno dall'esilio. Lo strano caso che viene posto a Gesù, perciò, mette insieme l'obbligo del levirato, cioè la consuetudine di dare un discendente al fratello morto facendo avere un figlio alla vedova che, però, avrebbe conservato il nome e la memoria del padre defunto, con la fede nella resurrezione. Gesà dribbla la domanda citando la Scrittura, proprio in quella parte considerata dai sadducei intoccabile e professa la sua personale fede nella resurrezione. Anche noi: smettiamola di arrampicarci sui vetri di una teologia astrusa e autoreferenziale e professiamo il Dio della vita!

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