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TESTO Commento su Luca 13,1-9

Paolo Curtaz   Ti racconto la Parola

Sabato della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (24/10/2009)

Vangelo: Lc 13,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 13,1-9

1In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. 2Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? 3No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

6Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. 8Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Il mondo è stato creato con una sua autonomia, con una sua dinamica, e Dio lascia che le cose procedano secondo le leggi dell'Universo che egli ha creato e che stentiamo a decifrare. Gesù affronta un tema delicatissimo: la punizione divina. Molti pensavano, e a tuttora pensano, che le malattie o le disgrazie fossero delle punizioni divine per avere trasgredito a qualche suo comando. Non è così: Dio non punisce né premia, perché gli eventi sono conseguenza di scelte sbagliate. La colpa della morte di quei cittadini sotto la torre di Siloe è nel progettista o nell'impresa che ha realizzato i lavori, non nella volontà divina. La colpa dell'uccisione di un gruppo di ebrei ad opera dei soldati romani sta nella gestione violenta della politica da parte di Pilato, non in Dio. Se i bambini muoiono di fame, non è Dio a dover intervenire, ma noi, che spendiamo in prodotti dietetici più di quanto interi paesi spendono per la salute dei propri cittadini! Se la gente muore in guerra, non è Dio, come un preside severo, a dover intervenire, ma noi, che ancora fatichiamo ad accettare la diversità. Dio, come spesso dico, ci considera adulti! E Gesù ci invita a vivere questi eventi tragici per misurare la fragilità della vita e convertirci...

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