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TESTO Commento Luca 8,16-18

Paolo Curtaz  

Lunedì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (23/09/2002)

Vangelo: Lc 8,16-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

La lampada va messa sul lampadario, è ovvio. Ma se Gesù ne parla è perché sa che troppo spesso la luce della Parola e della fede la nascondiamo sotto il letto delle nostre piccole comode comunità o sotto il vaso delle nostre certezze. Il mondo sta morendo di tenebra e le nostre comunità troppe volte sono scomparse nella loro testimonianza. Dove sono i discepoli del Signore Gesù? Dove nell'economia, nella politica, nei luoghi in cui gli uomini lavorano, si divertono, soffrono? La nostra contemporaneità ha chiuso i credenti nelle chiese e non facciamo molto per finire sul lampadario! Releghiamo l'evento della fede alle feste comandate, a questo Dio che vuole entrare nelle case riserviamo i tabernacoli e le nostre devozioni, con timore che il Vangelo inquini e sconquassi la nostra piccola vita. Senza crociate, amici ascoltatori, senza grandi crocifissi appesi al collo, con prudenza e fermezza, fuggiamo la timidezza che contraddistingue la nostra testimonianza cristiana e siamo luce. Non vedete quanta tenebra vi gira intorno? Quanta fatica sperimenta l'uomo contemporaneo, ancorato su fragili certezze? Abbiamo ricevuto una Parola che ha riempito la nostra vita, diventiamo capaci di comunicarla, con un sorriso, con la disponibilità, con la franchezza. Certo: a tempi nuovi occorrono parole nuove, linguaggi nuovi, ma Gesù è lo stesso ieri oggi e sempre, non temiamo di trovare il modo di raccontarlo. Occorre davvero ricominciare da Lui, dal Maestro Gesù, davvero lasciare che la sua Parola invada la nostra quotidianità, per diventare capaci di vivere il pensiero cristiano, di rendere concretezza l'annuncio del vangelo. Buona giornata, amici che state per uscire al lavoro, buona giornata a voi che siete in macchina: mettete la luce della fede sul lampadario della vostra vita!

A noi, Signore, hai lasciato la fiamma della fede da custodire e da diffondere, da comunicare perché illumini e riscaldi altri cuori, riempia altre vite. Perdona la nostra timidezza, Signore, perdona questi tuoi figli mediocri, rendici fuoco, Amico degli uomini.

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