TESTO Commento su Luca 6,39-42
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Venerdì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (11/09/2009)
Vangelo: Lc 6,39-42
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39Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? 40Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
41Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 42Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
Gesù invita i suoi discepoli ad essere estremamente onesti con loro stessi, a vivere un'autenticità radicale, in un atteggiamento di continua conversione, di dono della propria vita, di analisi delle proprie azioni. Gesù è un conoscitore staordinario dell'animo umano: ha perfettamente ragione quando dice che siamo sempre pronti a sottolineare i difetti degli altri e a giustificare i propri! Siamo pronti a notare i peccati degli altri, trovando sempre delle scuse quando si tratta di vedere i nostri... Il discepolo, invece, guarda alla luce del maestro più che alle tenebre altrui e, se necessario, sa leggere alle miserie altrui riconoscendo prima le proprie. Un comportamento di maggiore onestà e di correttezza reciproca aiuterebbe certamente il mondo a vivere in un clima di serenità e di comprensione. A otto anni dalla distruzione delle torri gemelle, dobbiamo e possiamo chiederci se l'atteggiamento tenuto abbia portato a un miglioramento della situazione o a un acuirsi delle tensioni internazionali. Il suggerimento di Gesù, guardare ognuno ai propri limiti, forse potrebbe anche aiutare nelle questioni mondiali...