TESTO Commento su Matteo 25,1-13
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Venerdì della XXI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (28/08/2009)
Vangelo: Mt 25,1-13
«1Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Ieri abbiamo celebrato santa Monica, oggi suo figlio Agostino, uno dei grandi santi del primo millennio, un convertito passionale ed entusiasta, che tanto bene ha fatto alla Chiesa di ieri e di oggi.
Lo abbiamo già incontrato, lo sposo, eppure ancora lo aspettiamo. Aspettiamo il suo ritorno nella pienezza dei tempi, ma anche ora, nella vita quotidiana, lo aspettiamo nella notte, perché la vita ci porta, talora, a fare esperienza di dolore o di fragilità o di peccato. Lo aspettiamo con una nostalgia immensa, senza demordere, senza mollare, perché lo amiamo e ci sentiamo amati infinitamente. Lo amiamo e restiamo vigilanti, alimentando la piccola fiammella della nostra fede con la speranza, pregando e meditando giorno e notte la parola, pur nella fatica degli impegni quotidiani. Lo aspettiamo in compagnia di altri, come noi, che lo hanno incontrato e che aspettano lo sposo. E la loro compagnia ci riempie di attesa e non ci sentiamo soli ad aspettare lo sposo. Sposo bizzaro e strano, che giunge nel cuore della notte. Sposo ritardatario e misterioso, che ancora tanto ha da donarci e da dirci. Finisce l'estate, e noi, come sposi, come spose, lo aspettiamo, lasciando, oggi, che sia il nostro cuore a parlare. E diciamo col grande Agostino: ci hai fatto per te, Signore, e il nostro cuore è senza riposo, finché non dimora in te.