TESTO Commento su Matteo 14,22-36 (o Matteo 15,1-2.10-14)
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
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Martedì della XVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (04/08/2009)
Vangelo: Mt 14,22-36 (o Mt 15,1-2.10-14)
Il miracolo è avvenuto, la folla se n'è andata sazia ed esterrefatta. Gesù, stanco, vuole stare solo col Padre, riprendere fiato e il dialogo interiore con la sua sorgente. Mentre è in preghiera scoppia la tempesta sul lago, che ben conosciamo. Succede anche a noi così, come agli apostoli: dopo una straordinaria esperienza di fede, la tempesta si scatena intorno a noi. Le tenebre non sopportano la luce e quando vedono che compiamo dei gesti verso di essa, si scatenano. Gesù raggiunge e tranquillizza i discepoli e noi. Pietro, l'immenso Pietro, irruente e fragile, si butta in acqua, per imitare il Maestro. E sta a galla, finché non si accorge di stare a galla! Anche noi, per fede, possiamo compiere dei gesti eclatanti, galleggiare su problemi che pensavamo irrisolvibili, finché ci accorgiamo di non esserne capaci! Che sciocco Pietro e noi! Se capissimo che occorre tenere fisso lo sguardo negli occhi del Signore, per potere affrontare e superare ogni tempesta, ogni bufera, ogni tribolazione! Lasciamoci raggiungere, amici, e rassicurarci dal Signore che viene sulle onde, senza paura, fidandoci di lui, che può portare la barca della nostra vita verso il porto sicuro del suo amore!