TESTO Commento su Luca 1,57-66.80
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Natività di S. Giovanni Battista (Messa del Giorno) (24/06/2009)
Vangelo: Lc 1,57-66.80
57Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. 58I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
59Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. 60Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». 61Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 62Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. 64All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. 66Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
80Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Giovanni è l'unico santo di cui celebriamo la nascita e a morte, tanto è importante il suo ministero per il Regno. Gesù stesso dirà che egli è il più grande tra gli uomini. Gioiamo e benediciamo Dio per il dono dei persone così straordinarie!
Giovanni il rude asceta del deserto, Giovanni il tagliente predicatore, Giovanni che è disposto a morire per mantenere fede alla sua missione di verità, Giovanni che prepara e dispone il popolo all'accoglienza del Messia ma che, teneramente, resta lui per primo spiazzato dall'originalità di questo Messia... D'altronde, come biasimare Giovanni? È il più grande dei profeti ma anche il più sfortunato: invita a conversione, grida e minaccia, indica un Messia vendicativo, con l'ascia pronta a tagliare l'albero che non produce frutto, e poi arriva Gesù, che invece di abbattere accarezza e pota l'albero per fargli portare più frutto! Ci impressiona il fatto che Giovanni sia spiazzato dall'inattesa tenerezza di Dio: anche lui deve arrendersi alla contro-logica del Dio d'Israele. I profeti esistono ancora, sono presenti in mezzo a noi. Uomini e donne che vivono il Vangelo con tale coinvolgente semplicità e convinzione da diventare un segno di conversione per noi tutti. Quella coppia che allarga la propria casa per prendere in affido un bimbo ferito dentro, quel giovane che dedica il pomeriggio a tenere i ragazzi e ad educarli alla vita, quel consacrato che consuma giorni e salute a dare speranza ai disperati... siamo circondati da silenziosi testimoni, da migliaia di profeti che danno testimonianza al Rabbì!