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TESTO Commento su Marco 14,12-16.22-26

Paolo Curtaz   Ti racconto la Parola

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno B) (14/06/2009)

Vangelo: Mc 14,12-16.22-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 14,12-16.22-26

12Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. 14Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

22E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

26Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Oggi celebriamo il Mistero della presenza reale, concreta, attuale, salvifica di Cristo nell'Eucarestia: il Rabbì si rende accessibile, incontrabile, si fa pane del cammino, diventa cibo per l'uomo stremato.

Rabbrividisco, alle volte, di fronte alla poca fede mia e delle nostre comunità. Ho paura, rileggendo, le parabole di Gesù sul popolo di Israele che non riconosce il Messia, troppo barricato dietro ai propri luoghi comuni. Il problema è semplice: la nostra fede è poca, ridotta al lumicino. E allora la Messa è peso, fatica, incomprensione. Certo, anche i sacerdoti hanno una grave responsabilità, quella di mettere loro meglio per rendere la celebrazione luogo dell'incontro. Ma, fatto il possibile, in collaborazione reale con l'assemblea, il problema diventa semplicemente la fede: accogliere con stupore, celebrare con verità l'Eucarestia. Se è così, l''Eucarestia diventerà il centro della settimana, la Parola celebrata ritornerà in mente durante il lavoro e lo studio. E l'incontro con Cristo Eucarestia, con questo corpo dato, mi cambierà inesorabilmente il modo di vivere, di pensare, di amare. È vero: c'é gente che fa il bene senza bisogno di andare a Messa, ma per me cristiano il Bene deriva dall'incontro con Cristo. È vero che la preghiera può essere personale, ma l'incontro della comunità ci fa sentire ed essere Chiesa. Non lasciamo cadere il dono più prezioso che ci ha lasciato il Signore!

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