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TESTO L'incontro di due desideri

don Maurizio Prandi

XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (31/10/2010)

Vangelo: Sap 11,22-12,2|2Ts 1,11-2,2|Lc 19,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 19,1-10

In quel tempo, Gesù 1entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

La liturgia della Parola di questa domenica ci aiuta a legare il tema della fede, che da alcune settimane ci accompagna, al volto misericordioso di Dio. Il credente, colui che confida in Dio, ha questa certezza incrollabile: Dio è misericordia, Dio è bontà.

Di questo ci parla la prima lettura dove, in forma di preghiera, l'autore del libro della Sapienza ci dice come Dio salva il suo popolo. Ce lo dice affermando che il Signore non solo ha misericordia per i suoi eletti, ma anche per chi non meriterebbe le sue attenzioni, per i nemici del suo popolo... e se proprio deve punire (siamo nel linguaggio dell'Antico Testamento), la misura non è per distruggere ma per orientare alla conversione: è un Dio che ama ciò che ha creato. Nella sezione alla quale appartiene il brano che oggi abbiamo ascoltato, si parla della condanna degli egiziani, contro i quali Dio non ha mandato leoni o draghi che avrebbero fatto di loro un sol boccone, ma insetti e piccoli animali. La domanda di fondo è: perché Dio non ha chiuso in fretta la partita con gli egiziani? L'autore si dà questa risposta: a Dio piace perdere tempo con i peccatori, gli fa sentire il dolore del peccato per generare il pentimento e il desiderio di cominciare una vita più bella. La giustizia di Dio (quante volte ce lo siamo detto), è la sua misericordia e se i nemici continuano ad esistere è perché Dio è troppo buono e ha compassione di tutti. Hai compassione di tutti perché tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini aspettando il loro pentimento. Anche noi così siamo invitati ad uscire da una mentalità ristretta per renderci finalmente conto che l'amore di Dio si estende a tutte le creature. E' la profezia di quanto Dio compie in Gesù, dando vita non solo al creato, ma, sulla croce, dando la sua stessa vita anche per i peccatori (famiglie della Visitazione). Che bello questo brano! Ci canta una differenza grande tra la potenza di Dio e quella degli uomini: quella degli uomini si manifesta dando la morte (nei modi più diversi: imponendo una superiorità, inducendo al silenzio, non riconoscendo una dignità...) la potenza di Dio chiama alla vita il niente (prima della creazione dice il libro della Genesi che tutto era informe e vuoto), ama quanto è piccolo e debole, ama l'uomo che è una manciata di polvere.

La seconda lettura ci invita ad attendere il ritorno di Gesù senza ansie, senza paure, (con amore potremmo dire in continuità con la seconda lettura di domenica scorsa), confidando in un Dio il cui desiderio è di portare a compimento il bene che ci abita e ci muove. La paura è sempre un buon alleato per chi desidera "accalappiare" persone che lo seguano, a volte è buon alleato anche nostro che pur di riempire le chiese minacciamo chissà quali punizioni divine, è buon alleato dei governi che di fronte allo spauracchio degli stranieri promettono sempre maggior "sicurezza", era buon alleato di chi, dopo Paolo, ha visitato la comunità di Tessalonica parlando dell'imminenza del giorno del Signore facendo molti proseliti. Quando Paolo si rende conto che la vita quotidiana della comunità, scandita da ritmi ordinari, era sconvolta dai preparativi al ritorno di Gesù scrive per infondere fiducia, per riportare all'essenziale le persone, per nutrire con la preghiera continua (che prima di tutto lui vive per questo preghiamo continuamente per voi) la fede in Dio.

Infine il vangelo, così conosciuto, così bello, ci conferma in quella che dovrebbe essere la vita di ognuno di noi: celebrazione della presenza di Dio. E' il racconto dell'incontro di due desideri, entrambi di salvezza. Il desiderio di Zaccheo di vedere Gesù: il testo in greco, leggevo, ci aiuta a comprendere che è desiderio di una conoscenza profonda, non superficiale né una semplice curiosità (contrariamente a quello che, a dire la verità, ho sempre pensato)... probabilmente chi si avvicina con curiosità è questa folla che fa da ostacolo a Zaccheo; poi il desiderio di Gesù, che manifesta il sogno di Dio che è quello di incontrare ogni uomo, in modo particolare i peccatori. Bello allora questo uscire di Zaccheo dalla folla, perché ci dice che per incontrare Gesù è necessario uscire, staccarsi, osare la propria singolarità (E. Bianchi) perché ognuno è prezioso, perché ognuno è amato. Sa di essere disprezzato Zaccheo, additato, guardato storto: non importa, perché intuisce in Gesù qualcuno che lo può guardare in modo differente e che può vedere in lui un uomo, un figlio di Abramo. Una nota per così dire triste è questa: quelli di Gesù e di Zaccheo rimarranno gli unici sguardi di bene, di amore. L'evangelista Luca sottolinea che quel giorno tutti (quindi nessuno escluso) hanno giudicato e mormorato: è andato ad alloggiare da un peccatore. Che peccato, un'occasione persa per tutta quella folla di persone per entrare nel mistero di un Dio che agisce attraverso la sua Misericordia. E Zaccheo è basso? Non importa! Assume i propri limiti, (che diventano uno sprone ad inventarsi una soluzione) perché anche per lui è possibile cominciare un cammino. Ci viene detto che anche per noi è possibile farlo, in ogni momento della vita: hai imbrogliato per quarant'anni? Puoi uscire, cercare, iniziare una nuova e più vera relazione con Dio. L'evangelista Luca ci dice anche quando cominciare questo cammino: oggi! E' una parola che a lui piace molto e la usa spesso; oggi Gesù vuole incontrarci, oggi vuole fermarsi con noi ed essere accolto nella nostra casa-vita, oggi vuole essere salvezza.

Marta, nella comunità di Las Nieves, quando ho chiesto: "perché Dio perde tempo con i peccatori?", ha risposto: "perché devono rendersi conto di quello hanno fatto e piano piano possano cambiare"... mi sono sembrate parole di una bellezza straordinaria, in linea con la prima lettura per questo tu correggi poco a poco quelli che sbagliano... (la pedagogia di Dio è sempre quella del seminare, non del trapiantare piante già fatte) e in linea anche con il vangelo perché davvero Gesù conduce Zaccheo a ritrovare la vista. Vede tutti i poveri, tutti coloro ai quali, approfittando della sua posizione, ha sottratto denaro ingiustamente e interviene concretamente in loro favore. Che bello questo: il desiderio di vedere Gesù lo ha portato a riconoscere il Figlio di Dio in tutte quelle persone che aveva messo in ginocchio. Possa essere così anche per noi, che il desiderio di vedere e conoscere Gesù sia così sincero da spingerci a farci prossimi dei nostri fratelli e sorelle in difficoltà, perché in essi riconosciamo il Figlio di Dio che desidera essere ospitato nelle nostre vite.

maurizioprandi@obistclara.co.cu

 

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