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TESTO Commento su Fil 3,7-8

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Giovedì della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (04/11/2010)

Brano biblico: Fil 3,7-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore.

Come vivere questa Parola?

Paolo, senza falsa umiltà, dice chiaramente di avere motivi umani di cui vantarsi, ma, soggiunge subito, tutto questo non regge al confronto con la conoscenza di Cristo. Anzi, non risulta altro che "perdita"!

Dietro queste espressioni non si nasconde certo un disprezzo di quanto la vita può offrire di positivo. Si tratta, piuttosto, di uno sguardo oggettivo e acuto, capace di spingersi oltre, fino a cogliere ciò che realmente conta, ciò che può dare spessore di senso alla vita: conoscere Cristo!

Biblicamente, la conoscenza non si limita a un coinvolgimento delle sole facoltà intellettive, anzi neppure le richiede quali indispensabili condizioni previe: semplicemente le include e le supera. Conosce chi fa esperienza di una realtà: è tutta la persona ad essere chiamata in causa, soprattutto quando ci si pone dinanzi a un "chi" personale.

Conoscere Cristo equivale a entrare in relazione con lui, sperimentarne la presenza nel proprio vissuto, accoglierne il dono di grazia. Non si tratta di una conoscenza intellettuale, ma di quell'incontro quotidiano, che interpella e scuote. Un incontro che certamente è più scomodo perché obbliga a prendere posizione e magari a cambiare rotta operando tagli decisi con quanto incompatibile con la relazione instauratasi. Un incontro di cui, in fondo, ogni cuore è assetato, e di cui non si può fare a meno senza precludersi la possibilità di un'esistenza che valga la pena vivere.

Nella mia pausa contemplativa verificherò la mia ‘conoscenza' di Gesù: è tale da mobilitare tutto il mio essere mettendolo in tensione verso di lui?

Liberami, Signore, da tutti gli ammennicoli accumulati lungo la strada e che mi danno solo l'illusione di essere vivo. Che io scelga coscientemente e quotidianamente te quale mio unico bene e senso ultimo del mio andare!

La voce di un padre apostolico

Nulla mi gioverebbe tutto il mondo e tutti i regni di quaggiù; per me è meglio morire per Gesù Cristo, che essere re fino ai confini della terra. Io cerco colui che morì per noi; io voglio colui che per noi risuscitò.
S. Ignazio di Antiochia

 

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