TESTO Commento su Luca 13,22-30
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Mercoledì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (29/10/2008)
Vangelo: Lc 13,22-30
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22Passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. 23Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: 24«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. 26Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. 27Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. 28Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Ho in mente una scena, vista mille volte: davanti ad una ressa, o una fila per entrare in un concerto o sulla metro affollata o in coda al casello dell'autostrada, c'è sempre qualcuno che fa il furbo; ignorando le regole della buona educazione, sempre pieno di mille buone ragioni che giustificano al sua azione, passa davanti, tranquillamente, chi è in coda prima di lui. Anche nella fede facciamo così: se intuiamo che davvero Dio può donare qualcosa, se vediamo che la nostra autosufficienza ha creato solo guai, cerchiamo di presentarci davanti al Signore col vestito pulito e con le mani piene di (improvvisate) buone intenzioni. Quando la finiremo di trattare Dio come un idiota e noi stessi come bambini viziati e mai cresciuti! Gesù sa che il confine della verità è nel profondo del nostro cuore, nella nostra coscienza e che finché non accoglieremo con verità e arrendevolezza il Signore, finché non sperimenteremo la nudità del nostro essere, Dio non riuscirà a salvarci. Perché per riempire il nostro cuore lo dobbiamo prima liberare, prima convertire, lo dobbiamo svuotare, anche dolorosamente, di tutte le nostre false certezze. E Gesù ammonisce me e voi ascoltatori: i frequentatori di sacrestie, gli "esperti" del sacro corrono maggiori rischi perché sicuri, perché convinti di essere nel giusto, perché rischiano di essere morsi dalla tarantola dell'abitudine.