TESTO Commento su Matteo 23,1-12
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Sabato della XX settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (23/08/2008)
Vangelo: Mt 23,1-12
Gesù se la prende con un atteggiamento tipico di tutte le religioni, un rischio che contagia ogni sana esperienza religiosa e la svuota dal di dentro. La definisco "sindrome del guru" e colpisce in particolare gli entusiasti che si avvicinano alla fede e consiste nell'idealizzare le persone religiose particolarmente carismatiche. Intendiamoci: ci sono fratelli, tra noi discepoli, che hanno ricevuto dei doni particolari: nella predicazione, nel consiglio, dell'ascolto, persone autenticamente innamorate del Signore ed abitate nel profondo dalla sua presenza che diventano una città sul monte, una fiamma sul lucerniere. Il problema comincia da qui in avanti, dal momento, cioè, in cui molte persone sono attratte da questa capacità. Occorre restare con i piedi per terra, non cedere alla tentazione di prendersi troppo sul serio. D'altronde, amici, i santi veri, non quelli tarocchi, hanno sempre avuto un realismo saldo e proficuo, che ha sempre permesso loro di restare ancorati al Signore, senza montarsi la testa. San Padre Pio, uomo crocifisso a causa dei doni straordinari ricevuti, rientrando sconvolto nel convento, mostrava il proprio saio tagliuzzato con le forbici da presunti devoti che cercavano reliquie ed urlava: "Paganesimo, questo è paganesimo!" Niente gurismi, fratelli, uno solo è il nostro Maestro, gli altri, quelli bravi, quelli che ci portano a lui, al massimo sono buoni fratelli maggiori, nulla di più...