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TESTO Commento su Matteo 13,10-17

Paolo Curtaz   Ti racconto la Parola

Giovedì della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (24/07/2008)

Vangelo: Mt 13,10-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Gesù parla in parabole, utilizzando immagini e contesti molti conosciuti dai suoi uditori, Lo fa', così spiega, per lasciare un margine di libertà, per invitare ad uno sforzo di comprensione, per superare l'immagine e lasciarsi coinvolgere. Le parabole, all'apparenza semplici ed immediate, richiedono, in realtà, uno sforzo enorme: quello dell'accoglienza e della semplicità. Quanto è complicata la semplicità! Quanto è difficile parlar semplice! Ne sappiamo qualcosa quando, ahimè, rischiamo di imbatterci in qualche zelante predicatore che da sfoggio della propria cultura teologica! Ma c'è di più: Gesù non forza la mano, non impone, non ostenta la sua verità. Sa che la verità non si impone, ma si accoglie. Perciò chiede ai suoi uditori di aprirsi profondamente all'ascolto, non vuole far sfoggio della sua cultura, né intavolare inutili e ampollose discussioni di religione. Vuole avvicinare al cuore, non all'intelligenza, i suoi uditori. Così le parabole, quasi dimesse nella loro struttura, quasi eccessivamente fragili nel confronto con la retorica e lo stile narrativo, emergono con forza dalle labbra di Gesù. Beati noi che abbiamo accolto la Parola e la coltiviamo! Beati noi che desideriamo conoscerla e meditarla! Beati noi se apriamo le orecchie del cuore senza pregiudizi, accogliendo la Parola che feconda la nostra vita e la fa germogliare!

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