TESTO Commento su Matteo 8,5-17
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Sabato della XII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (28/06/2008)
Vangelo: Mt 8,5-17
Gesù è ammirato dalla fede rude e schietta del centurione, stanco ufficiale lontano da casa e dagli affetti, abituato alla vita dura del militare di carriera, che nel piccolo, tormentato, mondo di Israele aveva trovato un barlume di relazione e di famiglia. Gli è caro, il suo servo, e non esita a chiedere, lui abituato ad ordinare, a questo sorridente Rabbì un favore che gli viene accordato. Non ha molta famigliarità con le cose della religione, sa bene di essere un ospite al soldo dell'invasore, ma va all'essenziale: ama il suo servo, il Rabbì di Nazareth ha fama di essere un guaritore, e gli chiede di intervenire. Si stupisce, il Maestro, della fede del pagano, della semplice richiesta, e lo esaudisce. Quante volte ho visto, nella mia piccola vita di prete, lo stesso prodigio: persone lontane dalla fede e dal discepolato compiere gesti di pura generosità, di autentica umanità, stupirmi nella loro improvvisa e profonda fede, generosità, umanità e fede che non sempre ho visto nel cuore dei sé dicenti credenti. Il Signore guarda il cuore di ognuno, non è esigente, né severo, e sa vedere anche il più timido accenno di conversione. Chiediamogli, oggi, lo stesso sguardo, la stessa pazienza, la stessa benevolenza nei confronti di coloro che incontreremo sul nostro cammino. E che Gesù abbia a stupirsi della nostra fede, come si è meravigliato della fede dell'ufficiale straniero.