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TESTO Commento su Luca 1,57-66.80

Paolo Curtaz   Ti racconto la Parola

Natività di S. Giovanni Battista (Messa del Giorno) (24/06/2008)

Vangelo: Lc 1,57-66.80 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,57-66.80

57Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. 58I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.

59Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. 60Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». 61Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 62Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. 64All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. 66Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

80Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

Giovanni è l'unico santo, insieme alla madre del Signore, di cui celebriamo la nascita e la morte. Giusto tributo al più grande uomo di tutti i tempi, come lo ha definito il Maestro Gesù.

Giovanni è l'unico santo, insieme a Maria, di cui ricordiamo la nascita e non solo la morte. È un gesto di rispetto verso colui che Gesù stesso definisce il più grande fra i nati di donna. Giovanni è l'ultimo dei profeti, ancora debitore alla mentalità passionale e minacciosa del Primo Testamento, promette punizioni divine agli impenitenti, ma dovrà, lui per primo, perplesso, mettere in discussione il suo ruolo e convertire il suo cuore a questo inusuale e inatteso Messia che stupisce a spiazza anche i suoi profeti. Grande Giovanni che hai saputo metterti in discussione, grande profeta che hai testimoniato col sangue la tua integrità, grande fratello che fino all'ultimo, dal carcere, hai dovuto affrontare il dubbio sulla vera identità di Gesù tuo cugino! Manca la profezia ai nostri litigiosi e mediocri tempi, manca la profezia, spesso, anche all'interno della comunità. I profeti ci sono, certo, ma tacciono, forse disgustati dalla contrazione di umanità che stiamo vivendo. Sappiamo stanarli i silenti profeti, là dove vivono, che non accarezzino le loro parole, ma che - piuttosto, ci scuotano e ci provochino al cambiamento. E che ciascuno di noi nelle nostre comunità, sappia coltivare la profezia nel proprio modo di essere, nella possibilità di vivere e di costruire un modo nuovo diverso di vivere, alla luce del Vangelo. Guai ad una Chiesa che riceve gli applausi (interessati) del mondo...

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