PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Giovanni 20,11-18

Paolo Curtaz   Ti racconto la Parola

Martedì fra l'Ottava di Pasqua (25/03/2008)

Vangelo: Gv 20,11-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Maria di Magdala piange la scomparsa del suo Maestro. Ultimo sfregio al suo dolore, è la scomparsa del corpo di Gesù. Sofferenza aggiunta a sofferenza, strazio a strazio, non potere neppure piangere il corpo della persona amata. Come dicevamo ieri, la presenza del Signore risorto è discreta, non si impone, è delicata e rispettosa dei nostri tempi e delle nostre modalità. No, non è evidente il Signore Gesù, è timido e discreto il nostro Dio e solo attraverso dei segni, dei sacramenti, solo attraverso un linguaggio tenue del cuore riusciamo a riconoscerlo nella pesante realtà del quotidiano. Per Maria che in Gesù aveva avuto un prezioso amico e un tenero Maestro, il segno che le spalanca il cuore, che l'aiuta a superare la sofferenza è il proprio nome pronunciato dal Rabbunì. "Maria" dice il Signore. Quanta tenerezza, quanto rispetto, quanta verità in quel semplice nome pronunciato dal Risorto! Il nome, nella tradizione ebraica, non è un'informazione anagrafica, ma la descrizione dell'essenza stessa della persona. "Maria!", dice Gesù. "Maria!" e la discepola di Magdala spalanca il proprio cuore: il suo sguardo diventa limpido, non più offuscato dal dolore. Anche noi, amici, siamo chiamati per nome: il Signore sa, il Signore conosce, il Signore ci ama. E ci chiama per nome perché vuole che lo riconosciamo - oggi - presente nella nostra vita.

Libri di Paolo Curtaz

 

Ricerca avanzata  (54936 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: