TESTO Commento su Ef 2,19
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Santi Simone e Giuda apostoli (28/10/2010)
Brano biblico: Ef 2,19
12In quei giorni egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. 13Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: 14Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, 15Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; 16Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Dalla Parola del giorno
Voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio.
Come vivere questa Parola?
A S.Paolo, innamorato di Cristo che ha afferrato pienamente la sua vita nella luce, importa una cosa sola: rendere consapevoli quelli di Efeso e noi della nostra splendida identità.
Incomincia col dire quello che non siamo: "né stranieri, né ospiti", ossia persone a cui porgi attenzione e di cui hai cura, però senza profondi legami d'intimità. Poi ecco che S.Paolo svela al nostro cuore quello che, in realtà noi siamo: "concittadini dei santi e familiari di Dio".
Spesso, nell'immaginario del popolo, i santi sono quelli raffigurati con tanto di aureola, quelli a cui, se gli dedichi un coroncino o una novena di preghiere propiziatorie, ti sganciano la grazia che cerchi: guarire da qualche malanno, vincere la causa intentata col vicino di casa o cose simili. Ma i santi sono ben altro, per fortuna! Sono gente che ha camminato come noi coi piedi ben piantati a terra, ma con gli occhi del cuore in cielo. Non sono quelli che hanno "pagato la tassa" della messa domenicale, ma quelli che hanno creduto di essere immensamente amati. Sì, alla fine della vita, ci sarà chiesto se abbiamo imparato ad amare con cuore vivo e mani operanti il bene o se siamo stati refrattari all'amore come la chiave arrugginita alla toppa.
E familiari di Dio significa proprio questo: imparare, giorno dietro giorno, a voler bene a tutti, a fare del bene a tutti, con quella letizia del cuore di cui è simbolo l'uccello che vola alto nel sole.
Nella mia pausa contemplativa, oggi, sto lì a guardarmi nello specchio della Parola. E mi chiedo: sono contento di essere anch'io chiamato a una vita santa? E vivo l'intimità con Dio?
Signore, tu sei più intimo a me di me stesso. Rendimene sempre più consapevole e fammi vivere di conseguenza.
La voce di una beata
La santità è amore, è corrispondenza alla grazia, è trionfo, è vittoria su di noi e sul mondo, è l'ideale di Gesù per noi.
Beata Madre Maria Candida dell'Eucaristia