TESTO Essere aperti a Dio e agli altri
XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (07/09/2003)
Vangelo: Mc 7,31-37
31Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. 32Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. 33Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». 35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano 37e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Grande sventura essere sordomuti! Come sono da compiangere quelli che ne sono colpiti! Molto peggiori la sordità e il mutismo spirituali! Voglia Iddio che le nostre assemblee liturgiche non raccolgano un numero troppo grande di sordomuti!
- Noi siamo sordi... Non è forse vero che noi, pieni di superbia, presi dalle cure e dalle preoccupazioni terrene, prestiamo solo un ascolto distratto, e talvolta nessun ascolto, alla parola di Dio? Essa non arriva fino a noi, oppure non fa' che sfiorarci.
Non è forse vero che, pieni di egoismo, unicamente preoccupati del nostro benessere personale, siamo sordi alle grida degli infelici e ai lamenti della miseria umana?
- Noi siamo muti... Di fronte a Dio: le nostre labbra restano chiuse, quando dovrebbero aprirsi per cantare le lodi divine, per ringraziare il Signore dei suoi benefici, per proclamare con forza il suo amore, per professare coraggiosamente la nostra fede. Noi stiamo zitti per timidezza e qualche volta perfino per viltà.
Di fronte ai fratelli: presso di loro noi dovremmo essere i portavoce del Signore per illuminarli, per consolarli, per difenderli, per promuovere la pace e la giustizia. Sarà indifferenza, sarà paura delle ironie e delle critiche, intanto noi stiamo in silenzio quando invece bisognerebbe gridare la buona novella sui tetti.
Che il Signore dica su di noi, come fece sul sordomuto del vangelo:
"Effeta! ": àpriti! Allora i nostri orecchi si apriranno e la nostra lingua si scioglierà.