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TESTO Commento su Luca 9,7-9

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Giovedì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (23/09/2010)

Vangelo: Lc 9,7-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,7-9

7Il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», 8altri: «È apparso Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». 9Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

Dalla Parola del giorno

Chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?

Come vivere questa Parola?

Il ministero di Gesù diventa sempre più conosciuto e il numero dei discepoli cresce. L'interrogativo sull'identità di Gesù si fa sempre più vivo.

Anche Erode è curioso perché alcuni dicono che forse Gesù è Elia o Giovanni Battista o uno degli antichi profeti risorto. È essenziale affrontare la domanda: chi è Gesù? Erode ha sentito parlare di lui e vuole vederlo ma la sua è curiosità; infatti più tardi, durante la passione, lo guarderà anche da vicino, ma è un guardare che non può vedere. Qual è il problema di Erode? Sappiamo che viveva in adulterio con la moglie del fratello; biasimato da Giovanni il Battista, che fece mettere in prigione e poi, decapitare. Però, più dell'adulterio, il peccato di Erode è quello di non riconoscere il peccato, il giustificarsi, l'uccidere chi cercava di farlo vedere; così perde la possibilità di convertirsi: diventa incapace di riconoscere la visita del Signore.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, faccio lo sforzo di riconoscere l'Erode che è in me. Pur cercando di ascoltare Gesù e di vederlo, anche a me capita di non riconoscere il mistero di Gesù perché non mi riconosco creatura, dunque non autosufficiente e bisognosa di conversione. "Non ci si può prendere gioco di Dio" (Gal 6,7). Egli conosce il mio cuore e mi aspetta con tanto amore e misericordia.

Signore, aiutami a guardare nell'intima del mio cuore con onestà, riconoscendo il mio peccato, con l'atteggiamento di chi desidera ardentemente convertirsi.

Un teologo-mistico dei nostri giorni

Si impone una purificazione perché gli occhi diventino capaci di vedere sempre più, sempre meglio. Finché gli occhi sono ottenebrati dal peccato, l'uomo non può vedere chiaramente. Tuttavia se l'uomo è nel Cristo, vive la stessa vita del Cristo.
Divo Barsotti

 

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