TESTO Commento su Luca 6,6-11
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Lunedì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (06/09/2010)
Vangelo: Lc 6,6-11
Dalla Parola del giorno
Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?
Come vivere questa Parola?
La domanda di Gesù è provocatoria: vuole spingere a interrogarsi sul significato autentico del giorno festivo e sulle intenzioni che, talvolta subdolamente, guidano l'assunzione di determinati comportamenti. Siamo nella sinagoga dove la comunità ebraica è riunita in ossequio al precetto festivo. Tra i fedeli c'è un malato che attira lo sguardo curioso e poco benevolo degli astanti. Anche Gesù lo nota, come non gli sfugge la malizia degli altri. La sua domanda punta direttamente al cuore del problema: quale era l'intenzionalità divina circa il giorno festivo?
Nella Genesi leggiamo che Dio cessò da ogni suo lavoro nel settimo giorno che benedisse e consacrò. Si tratta della terza benedizione che accompagna l'atto creativo. Le altre due precedono il dono della fecondità concesso agli animali e all'uomo. Il numero tre dice pienezza. Si tratta quindi di una benedizione che abbraccia l'intera opera creativa di Dio donandole fecondità. Il settimo giorno, allora, porta il sigillo della vita colta nel suo rigoglio, nella sua pienezza. L'uomo è chiamato, prima ancora che a collaborare all'attività creativa con il lavoro, a riposare in uno sguardo contemplativo e compiaciuto sulle "mirabilia Dei". Come tollerare che questo rigoglio di vita sia impedito proprio nell'uomo che ne è primariamente e principalmente il destinatario? Il giorno festivo è perché la vita canti, la vita esploda in un tripudio di riconoscenza, di gioia, di lode. Non può essere sganciato da quella fecondità che si esplica nel dare e nel promuovere la vita là dove essa appare rattrappita.
È questo il significato che, magari senza riflettervi, attribuisco al giorno festivo? - mi chiederò nella mia pausa contemplativa -. La mia osservanza è legata al bisogno di cantare a Dio la gioia per quanto opera in me e attorno a me, oppure assomiglia a una tassa da pagare? Prenderò poi l'impegno di esercitarmi maggiormente nel portare sulla realtà uno sguardo contemplativo, capace di cogliervi l'impronta divina e di rallegrarsene.
Grazie, Signore, per il giorno festivo! È un richiamo a custodire la consapevolezza di quella scintilla divina che hai posto in me e che non posso svilire rendendomi schiavo del lavoro e del guadagno.
La voce della saggezza ebraica
Per l'amore che tu hai avuto, Signore Nostro Dio, verso il tuo popolo Israele, e la misericordia che hai testimoniato ai figli della tua alleanza, tu ci hai donato nella tua benevolenza questo settimo giorno, grande e santo.
Dai Tosefta Berakot