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TESTO Nuovi fiammanti

Wilma Chasseur   In cammino con Gesù

V Domenica di Pasqua (Anno C) (02/05/2010)

Vangelo: Gv 13,31-33.34-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 13,31-35

31Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Con la Risurrezione di Gesù si apre un mondo nuovo. Le letture di oggi sono tutte all'insegna del nuovo a cominciare dall'Apocalisse: "io Giovanni vidi un nuovo Cielo e una nuova Terra... e Colui che sedeva sul trono disse: ecco io faccio nuove tutte le cose". Novità che risale a duemila anni fa, quando nell'Incarnazione, cioè la nuova creazione, Dio mandò suo Figlio sulla Terra.

Abbiamo una dignità insuperabile ("ricordati cristiano della tua dignità" diceva San Leone Magno) anche all'interno dell'Universo. Infatti questo minuscolo pianeta Terra, piccolo granello di polvere che ruota nell'immensità di spazi vasti miliardi di anni-luce è quello che è divenuto la dimora del Figlio di Dio, cioè il Creatore e Signore di questo sconfinato Universo.

1 Siamo soli nell'universo?

Gli astrofisici che esplorano il cosmo, si chiedono se ci siano altri pianeti o corpi celesti abitati. Fin qui, le ricerche risultano negative, ma anche se un domani si scoprissero, nessuno supererebbe in dignità il nostro piccolo pianeta che è stato scelto dal Figlio di Dio, non solo come sua abitazione, ma Lui stesso si è fatto uno di noi. Ha assunto la nostra stessa materia corporea, gli stessi atomi e le stesse cellule: anche il Suo corpo è composto da centomila miliardi di cellule di cui ognuna ha mille miliardi di atomi, come ogni corpo umano; (pensate che miracolo è il corpo umano!).

Gesù si è fatto terrestre! Non si è fatto marziano o mercuriano, e neppure angelico, ma ha preso un corpo come il nostro. E' questa la prima straordinaria novità della nuova Terra, iniziata quando il Figlio eterno di Dio è entrato nel tempo ed è entrato addirittura nella nostra storia.

La gloria della terra è unica in tutto l'Universo e quella dell'uomo anche; unica creatura fra tutte a poter dire: ho una natura in comune col Figlio del Dio Altissimo. "La gloria di Dio è l'uomo vivente" diceva Sant'Ireneo.

2 Tutto nuovo, anche il comandamento

Anche il Vangelo è all'insegna del nuovo: "Vi do un comandamento nuovo: amatevi come Io vi ho amati".

Che dobbiamo amare non è affatto una novità, ma amare come Lui, questo sì che è nuovo. Come ha amato Gesù? Perdutamente; da perdere la stessa vita.

Se vogliamo amare come Lui, dobbiamo perderci, dargli il cuore, la vita, inabissarci, scomparire affinché sia Lui ad emergere; Lui a sorgere, Lui a brillare, Lui ad illuminare chiunque si trovi sul nostro cammino ("bisogna che io diminuisca affinché Lui cresca"). Mettiamo da parte questo nostro povero io che riesce solo a fare ombra e tanto fumo e null'altro! L'uomo vecchio deve sparire. Allora sì che sorgerà l'alba di un mondo nuovo, non più gestito dall'uomo vecchio e non più basato sul povero modo di amare umano sempre fragile e imperfetto, traballante e incostante, ma fondato sull'amore divino "come Io vi ho amati".

Certo è una meta molto alta, ma visto che la nostra natura tende già a tirarci sempre verso il basso, dobbiamo perlomeno puntare molto in alto per restare poi appena un po' più su del suolo!

- 3 Antenne paraboliche...

Noi dobbiamo essere come le antenne paraboliche che riflettono una luce che viene da altrove. Non abbiamo nessuna luce propria, ma possiamo -anzi dobbiamo- diventare puri ricettacoli della luce divina; pure scintille del suo fuoco che possono veramente illuminare ed accendere tante altre fiammelle ancora spente nella notte della disperazione, tanti cuori ancora assiderati nel gelo dell'assenza di Dio. E così tanti nostri fratelli ancora "pellegrini nella notte" troveranno quella luce e quel fuoco che Gesù è venuto a portare. "Sono venuto a portare un fuoco sulla Terra e come vorrei che fosse già acceso". Aiutiamo il Signore ad accendere il fuoco e magari capiterà anche a noi come a San Simeone Nuovo Teologo, colpito da quel fuoco, di ritrovarci di colpo nuovi fiammanti dentro e fuori.

 

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