TESTO Convertitevi, il Regno dei cieli è vicino
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Vangelo: Mt 4,12-17
Dopo più di trent'anni di preparazione, Gesù inizia il suo ministero di annuncio del Regno. Giovanni Battista l'aveva in qualche modo presentato, avendolo riconosciuto come Messia al Giordano quando fu consacrato con l'effusione dello Spirito. Ora Giovanni ha finito la sua missione e incomincia quella di Gesù, che riprende le stesse parole del suo precursore: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!" (Mt 3,2).
Ma se Giovanni si era rivolto ai Giudei quale "ultimo dei profeti" (Mt 11,9.13), Gesù con piglio sorprendente inizia la sua missione "nella Galilea delle genti", a "Cafarnao, sulla via del mare", dove una presenza massiccia di pagani ne faceva quasi il preambolo di quella apertura universale cui la "buona notizia" di Gesù era destinata.
Universalità della salvezza perché radicata nella assoluta gratuità dell'amore di Dio, ben oltre ogni razza, merito e corrispondenza, incentrata com'è sulla misericordia.
1) L'UNIVERSALITA'
"Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce". Già Isaia nei suoi oracoli messianici aveva questo respiro universale; per lui il primo mostrarsi di Dio in Gerusalemme doveva essere segnale per un raduno universale di tutti i popoli: "Alla fine dei giorni.. verranno molti popoli e diranno: Venite, saliamo sul monte del Signore, perché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore" (Is 2,2-4). Israele era stato eletto non per un privilegio e una chiusura, ma per una missione di accoglienza e di apertura a tutti: "Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo.. li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera" (Is 56,6-7). Il vecchio Simeone che raccoglie tutta l'aspettativa messianica, dirà con Gesù tra le sue braccia: "Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti" (Lc 2,29-32).
Gesù un giorno ebbe a dire: "Io non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa di Israele" (Mt 15,24); ma proprio lì era già a Tiro e Sidone, in terra pagana. Scelse Cafarnao perché punto di transito su una via internazionale - la Via Maris -, e diceva: "E' necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato" (Lc 4,43). E "la sua fama si diffuse per tutta la Siria" (Mt 4,24). Ma più che un universalismo geografico, è l'apertura ad ogni categoria di persone che caratterizza la missione di Gesù: dai pubblicani ai peccatori, ebrei e samaritani, sani e malati, donne e uomini; a tutti quanti, in sostanza, lo "cercano" (cf. Mc 1,37).
Sappiamo quanto questa missione universale è l'incarico primo dato agli apostoli e a tutta la Chiesa: "Andate e fate discepoli tutti i popoli" (Mt 28,19). "Mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra" (At 1,8). Con uno stile completamente nuovo - già del resto inaugurato da Gesù che si definì "il buon pastore che va in cerca della pecora perduta" (Lc 15,4-7): con l'andare a cercare e non aspettare solo che vengano a cercarlo. Così gli apostoli hanno corso tutte le strade del mondo, sull'esempio di Paolo che "si era fatto un punto di onore di non annunciare il vangelo dove era già conosciuto il nome di Gesù" (Rm 15,20-21); missionario pioniere come poi sarebbero venuti in molti a portare il vangelo "ad gentes", e - come capita oggi - tra grandi persecuzioni in ambienti ostili.
2) GRATUITA'
"L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato" (Epist.). L'iniziativa di Dio ci ha toccato col battesimo perché "mediante la fede abbiamo accesso a questa grazia nella quale ci troviamo". E' ‘grazia', nel senso che è del tutto gratuita l'opera di Dio attuata per noi attraverso Cristo. Talmente gratuita, anzi del tutto immeritata, perché "Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi". E' la base della nostra fiducia e serenità: "Se infatti, quand'eravamo nemici siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita" (Epist.). Sereni e fieri di essere stati così potentemente presi in mano da Dio: "Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale abbiamo avuto la riconciliazione".
"Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui?" (Rm 8,32). E' il grido di fiducia di Paolo. "Non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude". Anche nelle prove sappiamo che Dio rimane fedele. Non c'è da fare cose per la propria salvezza: solo aprirci a ricevere il dono di Dio e rimanere docili all'azione divina che previene anche ogni nostro desiderio di bene: "E' Dio infatti che suscita in voi il volere e l'operare secondo il suo disegno d'amore" (Fil 2,13).
"Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino". Cioè l'iniziativa di Dio è pronta: a noi accoglierla! "Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell'abbandono confidente sta la vostra forza" (Lett.). La nostra massima attività spirituale deve essere la docilità: allo Spirito, che traduce in noi l'opera efficace di Cristo: "Io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me" (Gv 12,13). Sta bene la carità verso i poveri, la carità sociale nell'impegno politico, la carità pastorale nel mucchio di iniziative parrocchiali o Diocesane; ma se manca la preghiera, se non ci nutre la parola di Dio, se non si attinge all'Eucaristia l'orientamento diretto verso Dio e la comunione con Lui..., poco di efficace vale il nostro agitarsi se manca l'efficacia della grazia di Cristo. Lui salva; noi.., al massimo, pasticciamo il regno di Dio!
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Ritorniamo a Giovanni Battista che oggi si dice essere "stato arrestato". Il suo coraggio della verità proclamata in faccia ai potenti l'ha portato ad essere decapitato coll'ignominioso pretesto/contesto del ballo di Salomè. Vicende squallide che non finiscono anche oggi di condannare innocenti coraggiosi testimoni della verità, della giustizia e della libertà. Da sempre il mondo odia la luce: "La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie" (Gv 3,19).