PERFEZIONA LA RICERCA

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Giustizia e carità

don Romeo Maggioni   Home Page

XI domenica dopo Pentecoste (Anno C) (08/08/2010)

Vangelo: Lc 16,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 16,19-31

19C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 27E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. 30E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

E' sempre il tema del pericolo della ricchezza che acceca davanti al prossimo e davanti a Dio. La figura di Elia che giudica fortemente l'usurpazione e l'omicidio del povero Nabot. Come della condanna che fa Gesù del ricco epulone che non s'accorge del povero Lazzaro e si ritrova all'inferno fallito nella vita.

Giustizia e rispetto di ogni persona è il primo insegnamento di oggi. Ma poi: carità e apertura ai bisogni dei più deboli come elemento decisivo di fronte al giudizio finale di Dio che peserà la nostra vita: "Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare.." (Mt 25,35).

1) GIUSTIZIA

L'arroganza del potere sfocia troppo spesso nell'usurpazione e nell'omicidio. E' la cronaca di ogni sera, e non sempre.. giudiziaria; nel senso che molti rubano e sanno mascherare i loro delitti. Anche gli scandali finanziari provocano omicidi, nel senso di pesanti ingiustizie che sempre i più deboli devono subire. La storia di Acab e di Nabot è ricorrrente; e .. con i sigilli del re! Anche quando è scoperto, tutto viene insabbiato, .. o passato in prescrizione! La nostra è una società che sempre più si adatta al sopruso, basta farla franca. Chi denuncia è un sovversivo. Anche i cristiani fanno fatica a denunciare; qualche volta perché sono schierati della parte del potere, e anche perché hanno poca udienza sui media in un clima culturale dove già il nome cristiano dà fastidio!

Elia non ha paura della perfida Gezabele, con la quale aveva già avuto a che fare per le minacce di morte che gli erano state fatte. "Così dice il Signore: Hai assassinato ed ora usurpi!" (Lett.). E ha il coraggio del giudizio pesante di Dio: "Così dice il Signore: Nel luogo ove lambirono il sangue di Nabot, i cani lambiranno anche il tuo sangue". Giustamente siamo in clima di.. misericordia e perdono; e per amore di dialogo non si ha il coraggio di denunciare il paganesimo di forme religiose primitive..! Denunciare il peccato e salvare il peccatore, diceva il Papa Buono. Ma il rispetto della coscienza personale non esime dalla condanna del male, soprattutto quando questo diventa così globale da divenire una "struttura di peccato" giustificata da "ferree leggi economiche" intoccabili.

Il vangelo parla oggi anche dell'inferno. Certamente fuori moda. Cosa sia, nessuno si pronuncia. Ma che ci sia, sembra certo. Una situazione di fallimento - e di sofferenza: "soffro terribilmente in questa fiamma" - dalla quale non si può tornare indietro: "Tra noi e voi è fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi". E un luogo dal quale finalmente ci si rende conto di aver sbagliato tutto nella vita: "Ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento". Forse anche i nostri morti - davanti a Dio - stanno pensando anche a noi.. che non sempre camminiamo sulla strada giusta!

2) CARITA'

Certamente il primo segnale che indica la strada giusta è la carità, l'accorgersi di chi sta fuori del nostro benessere, e soffre. Chiaramente la condanna del ricco è per non aver condiviso. Le sorti sono sempre state diverse: è utopia l'uguaglianza. Ma i beni sono destinati - e necessari - per tutti. Già sant'Ambrogio chiamava questa condivisione un atto di giustizia. "L'avete fatto a me" (Mt 25,40), sarà la parola del giudizio finale, perché Cristo si identifica col povero e il bisognoso. E' servire Lui - come ha fatto Martino - vestire il fratello ignudo. L'essere Samaritano con chi trovi per strada bisognoso, è la regola e l'emblema del cristiano. E non è solo questione economica: la povertà oggi ha molte facce, ed esige ascolto, partecipazione e compassione,.. anche se spesso ben poco rimedio si può porre.

La denuncia di Gesù è quella di un accecamento pericoloso nei confronti di Dio e dei valori spirituali per colui che si ingolfa tutto nei beni materiali. "Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro!". Se ci si è chiusi ai segnali di Dio che ci giungono nella Chiesa, "neanche se uno risorgesse dai morti" potrà mai scuotere una incredulità che è sostenuta dall'idolatria del Dio denaro! Forse anche qui si pensa.. che verrà il tempo di pensare all'anima; adesso ho da lavorare! Illusione! Sant'Agostino diceva: Ho paura del Signore che passa..., cioè delle occasioni - e molte - che Lui mi ha dato, e che io ho snobbato! Se la domenica la nostra chiesa è diventata il supermercato, difficilmente si potrà credere ad una speranza che va oltre il cerchio ristretto del consumismo che ci incanta!

Ancora in questo discorso sul pericolo della ricchezza, si dice che "i farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui" (Lc 16,14). E' un'altra correzione che Gesù fa: "Egli disse loro: Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori" (Lc 16,14-15). Capita di avere anche noi dei cristiani che.. fanno soldi e vengono in chiesa! Quel perbenismo borghese che oggi sposa scelte politiche addirittura di razzismo. E volentieri criticano l'interessamento della Chiesa per i poveri e gli immigrati. Ma Gesù aggiunge: "Ciò che tra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole" (Lc 16,15). Si era già scritto un po' di anni fa che verrà il tempo in cui i cristiani saranno perseguitati proprio perché danno fastidio per il loro interessarsi dei poveri. Capita oggi perché si interessano dei rom.

******

Oggi Paolo ci esorta: "Non siate pigri nel fare il bene. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell'ospitalità. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini" (Epist.). I primi da amare sono i nostri! "La carità non sia ipocrita". Capita anche - con molta normalità - che tra fratelli ci si divida per l'eredità. "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri" (Gv 13,35), non se prima fate la sanvincenzo, la crocerossa, il terzomondo, ecc..

 

Ricerca avanzata  (54761 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: