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TESTO Commento su Matteo 9,9-13

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Venerdì della XIII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (02/07/2010)

Vangelo: Mt 9,9-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Misericordia io voglio e non sacrifici.

Come vivere questa Parola?

La chiamata di Matteo, nel Vangelo di oggi, è l'invito che Gesù rivolge ad ogni persona: "Seguimi", ascolta le mie parole, vivi l'amore misericordioso.

Matteo, come noi, è un peccatore, anzi è considerato fra i più grandi malfattori perché vive alle spalle degli altri. Ma Gesù vede in lui una persona che nel segreto del cuore ha fame e sete di amore e di salvezza. Ognuno ha dentro di sè un seme che dovrebbe svilupparsi e portare alla vera felicità; però può non maturarsi se non s'incontra in qualche modo con la Parola di Dio. Matteo s'incrocia con la Parola stessa, Gesù, e non solo lo segue ma diventa apostolo e missionario della Parola.

Il banchetto per festeggiare, che raduna molti peccatori attorno a Gesù: "Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori", simboleggia anche la riconciliazione avvenuto in Matteo e che si compie in noi, quando ci apriamo davvero alla Parola di Dio: "Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (Ap 3,20).

Nella mia pausa contemplativa, mi interrogo sulla mia apertura ed accoglienza della Parola di Dio. Vivo davvero nella gioia di essere riconciliato con Dio, di essere amico di Gesù, di trattare gli altri con giustizia e misericordi?

Signore Gesù, vorrei seguirti con cuore puro e sincero. Aiutami ad aprire la mia porta quando tu bussi; aiutami a vivere con amore misericordioso verso tutti. Vieni, Signore a dimorare con me!

Le parole di un testimone di oggi

La fame è il mio luogo natio nella terra delle passioni. Fame di comunione, di rettitudine ...Questa fame si sazia solo plasmandola vita in modo che la mia individualità sia un ponte verso gli altri, una pietra nell'edificio della rettitudine. Non temere se stessi, bensì vivere la propria individualità compiutamente, a fin di bene.
D. Hammerskjold

 

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