TESTO Per la fame di ogni vivente
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XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (27/07/2003)
Vangelo: Gv 6,1-15
1Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
5Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 8Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». 10Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. 11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. 12E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». 15Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
E' estate. Il caldo è particolarmente intenso e asfissiante. La liturgia ci invita ad andare dietro a Gesù, sulla strada, presso la rive del mare di Galilea per vedere i 'segni' che propone a noi, umanità bisognosa di 'visioni più convincenti'.
L'uomo che cammina è l'uomo in ricerca: tra essenzialità provocate ed opulenze inevitabili, camminiamo per ricercare solo ciò che è essenziale (e qualcuno ha anche scritto che 'l'essenziale è invisibile agli occhi').
Le domande dell'odierna liturgia sono tante. Una, però, potrebbe aiutarci a cogliere la sintesi della Parola: di quale 'pane' abbiamo bisogno?
Osservando attentamente la struttura dei brano evangelico, ci accorgiamo che la figura di Gesù è sempre centrale: è il protagonista di tutte le azioni, ammaestra i suoi, sale sul monte, prende l'iniziativa di provvedere al cibo, distribuisce lui solo i pani e i pesci moltiplicati.
Forse, stiamo già riuscendo a rispondere alla domanda di fondo: chi è necessario all'uomo che cammina?
Il cibo a suo tempo
Assistiamo quotidianamente ad una continua forma di 'lamentela culturale', a motivo della quale, per ogni situazione o vicenda - personale o collettiva che sia - registriamo o manifestiamo parole di scontentezza e, soprattutto, il grido di una mancanza consistente che blocca i nostri slanci e le nostre riprese di cammino. Ci blocchiamo per un nulla... Forse, non abbiamo il coraggio del rischio o, peggio ancora, l'abbandono della fede e della fiducia nel Signore.
Eppure la Parola oggi è chiara: c'è un Signore che non manca di saziare il cuore e la mente dell'uomo, abbondantemente (anzi ne restano ben dodici sporte!). Dio è provvidenza. Sa di cosa ha bisogno l'uomo di ogni tempo. Nulla manca agli uomini che, come la folla, vogliano imparare e scegliere di seguirlo.
I canali della sua provvidenza? La colletta di oggi ci dona una chiave di lettura della provvidenza di Dio aiutandoci a cogliere la condivisione del pane vivo disceso dal cielo per saziare la fame del corpo e dello spirito. Per ogni tempo e per ogni luogo Dio ci regala il pane della Parola e il pane dell'Eucarestia: ecco di cosa ha bisogno l'uomo.
Ed oggi, occorre dirlo, i 'gatorade' per le nostre fragilità sono ben altri... Vanno dalle superbe autosufficienze intellettuali alle deludenti indifferenze nella ricerca di ciò che ci è necessario.
Ma solo Dio sa far nascere nel cuore dell'uomo le sapienti ed opportune nostalgie...
Cercatoti assetati
La folla era grande, annota il Vangelo. Quasi impetuosamente va dietro a Gesù. E lui, vedendola, si siede e l'ammaestra.
Potremmo oggi aiutare il popolo di Dio a saper essere cercatori... mai solitari, ma sempre insieme. E potremmo, nello stesso tempo, invitare, noi e gli altri, a non fermarci mai di fronte alla precarietà interiore della nostra esistenza. Se cerchi, il pane arriva... e ne avanzerà anche. Occorre una dinamica di fede e di fiducia e, parimenti, necessita un desiderio intenso che non blocchi i piedi già stanchi per chilometri innumerevoli.
Gli stessi discepoli, ad un certo punto, decidono di 'fermarsi': dove possiamo trovare il pane per questa folla? E mettono di 'pensare' o di credere che Dio premia ogni esagerato pellegrinaggio di ricerca...
Cercatori, sì, ma cercatori veri, intensi, appassionati... che non trattano Dio con impazienza, ma sanno che solo Lui sa 'quando e come' saziarci...
Una Chiesa che ci sazia
Paolo ad Efeso ci ricorda che è bello vivere insieme: un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. E' l'anelito ecclesiale di ogni nostro giorno.
Questa vocazione è affidata a ciascuno, chiamato così a comportarci in maniera degna... Abbiamo, oggi, sganciato la vita cristiana da una dimensione comunitaria. Siamo tutti un po' 'protestanti' o 'seguaci newagiani', dove la fede è diventata esageratamente 'soggettiva' o, peggio ancora, 'solipsisticamente emotiva'.
Il cristianesimo è una tale concretezza che non puoi che guardare e amare chi ti sta a fianco. E questa esperienza è già esperienza di sazietà... Chissà se ci bastano gli altri, quelli che abbiamo a fianco, per ringraziare il Dio che apre quotidianamente le sue mani per noi.
Che il Signore cancelli le nostre dispersioni o confusione interiori. Il pane c'è... ed è solo Lui. Abbondantemente e... esclusivamente!