TESTO Commento su 1re 18,36-37
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Mercoledì della X settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (09/06/2010)
Brano biblico: 1re 18,36-37
Dalla Parola del giorno
Signore, Dio di Abramo, di Isacco e d'Israele, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose sulla tua parola. Rispondimi, Signore, rispondimi, e questo popolo sappia che tu, o Signore, sei Dio e che converti il loro cuore!
Come vivere questa Parola?
Elia, il profeta di Dio, è in conflitto col suo popolo infatuato delle false divinità che vengono onorate con forme di culto superstizioso e ridicolo. Egli vive un'ora difficile della sua avventura esistenziale, ma quel che è bello costatare riguarda proprio il suo modo di pregare.
"Oggi si sappia - dice al Signore - che tu sei Dio e che io sono tuo servo". Non c'è nessuna piagnucolosa attenzione a se stesso, ma l'ardore di un cuore a cui importa soprattutto la gloria del Dio vivo. Che Egli sia riconosciuto nella sua maestà, che lui, Elia, non abbia altra denominazione, altro vanto che di essere il suo servo. Come risplende in queste parole l'identità di Elia, quello che è stato e che sempre dovrebbe essere un vero profeta.
Contattando le profondità del mio cuore, considero la grandezza del mio battesimo: ha reso anche me profeta! È grande dunque la mia dignità. Essa però risplende solo se riconosco e vivo il primato di Dio nelle mie giornate e m'impegno, con gioia, a servire amando.
Nella mia pausa contemplativa considero come Elia abbia prefigurato Gesù: il suo vivere solo per rivelare e magnificare il Padre, stando in mezzo a noi "come colui che serve".
Ti prego, Signore, fa' che tutto in me sia polarizzato a quel Dio che per amore mi ha creato e che, per amore, mi vuole suo servo.
La voce di un padre della Chiesa
Proprio questo, cioè l'amicizia con Dio, rende l'uomo glorioso e supplisce a ciò che gli manca; nulla invece dà a Dio, perché egli non ha bisogno dell'amore dell'uomo. Invece l'uomo ha bisogno della gloria di Dio e non può ottenerla se non con il servizio a lui prestato.
Ireneo