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TESTO Commento su Marco 11,11-26

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Venerdì della VIII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (28/05/2010)

Vangelo: Mc 11,11-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Nessuno possa più magiare i tuoi frutti!

Come vivere questa Parola?

La pretesa di Gesù sembra essere del tutto fuori luogo, lo stesso evangelista annota, unico tra i sinottici, che "non era infatti la stagione dei fichi" (v. 13). Che accade, quindi? La fame fa diventare Gesù irrazionale? Certamente non è questa l'intenzione del racconto di Marco e l'aspetto enigmatico, quasi irrazionale appunto, del gesto di Gesù, atteggiamento che non si riscontra in nessun'altra situazione, vuole farci capire che il significato è diverso, va oltre il gesto in sé.

Gesù va a cercare i frutti sull'albero di fico ma non ne trova; va poi nel tempio e non trova il frutto che ricerca. Per i discepoli comprendere il valore simbolico del gesto di Gesù era relativamente facile perché l'immagine del fico per indicare il popolo di Dio infruttuoso era abbastanza comune e nota nella tradizione biblica ed in particolare nella tradizione profetica (cf Os 9,16; Mi 7,1; Ez 17,24).

L'albero di fico, apparentemente "innocente" perché non è stagione di fichi, assume quindi tutta un'altra dimensione. Sul piano simbolico è, se così si può dire, "colpevole" di non avere regolato la sua produzione di frutti sulla venuta di Gesù.

Il rilievo non è tanto sulla sua capacità di produrre frutti quanto sulla sua mancata sincronizzazione con la venuta di Gesù.

Oggi, nella pausa contemplativa, apro il mio cuore alla fiducia-fede: se rivesto la mia fede di ‘foglie', di apparenze; se non sincronizzo le opere di carità con l'accoglienza umile e semplice del mistero pasquale nella mia vita, rischio di morire fin nelle radici. Allora sento a me rivolto l'imperativo di Gesù: "Abbiate fede in Dio", che più propriamente può essere tradotto con "Abbiate la fede di Dio", che significa: accogliete il Dio che viene a voi!

Donami, Signore Gesù, una fede-fiducia totale in te: riconosca sempre il tuo passaggio nella mia vita e diventi capace di perdonare come tu perdoni me.

La voce di un testimone di oggi

Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita, ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati.

A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che anche Tu abbia un'ala soltanto,

l'altra la tieni nascosta, forse per farmi capire che Tu non vuoi volare senza me, per questo mi hai dato la vita: perché io fossi tuo compagno di volo.
don Tonino Bello

 

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