TESTO Commento su Giovanni 16,12-15
Santissima Trinità (Anno C) (30/05/2010)
Vangelo: Gv 16,12-15
«12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Dov'è tutta intera la verità? O, come disse Pilato, cos'è la verità? È Dio. Tutta la verità è nella Trinità, Padre e Figlio e Spirito; sapienza incommensurabile per ognuno, inversamente proporzionale alla nostra superbia. Ci vuole lo Spirito per entrare nella verità che è vita e salvezza, sopravvivenza e speranza, gioia di dare e di sentirsi amati. Per questo lo Spirito Santo è il dono più grande del Risorto.
Anche oggi, chi è abitato dallo Spirito ha coraggio e coerenza, vive contro corrente, è lampada sul tavolo, sa stare in croce. Perché non è mai solo, abita in Dio Trinità. Utopia? Non avete mai conosciuto una famiglia o una comunità che prega, che lavora, che perdona, che rimane unita, che soccorre il prossimo, che accoglie chi è in difficoltà, che condivide le gioie e i dolori?
Ci si accosta con umiltà al mistero di Dio non con l'algebra (1=3), ma con l'intuizione amorosa che sa cogliere il volto del Dio che è per noi (allora la famiglia nella quale ognuno vive per l'altro gli assomiglia e si illuminano tutte le relazioni umane).
Un'altra strada per entrare in Dio è l'arte, ma quella piena del soffio dell'anima. Andrej Rublev ha dipinto l'icona più famosa del mondo, la Trinità. Non è raffigurato il Dio uno in tre persone, ma tre angeli, i tre pellegrini che fecero visita ad Abramo, seduti ad uno stesso tavolo. Sono tre, ma una cosa sola, su una pedana che stacca dalla terra e seduti sullo stesso trono. Portano tutti il colore della divinità, l'azzurro, del mantello o della tunica; tengono in mano il bastone del pastore, di chi guida ed è maestro. La mano destra di ognuno si muove per benedire. Sono tre giovani, hanno la stessa età e si somigliano, hanno lo stesso volto. La diversità è nel posto di seduta: uno a sinistra, uno al centro e uno a destra.
Il Padre è l'angelo seduto a destra (la sinistra per noi che guardiamo) Il suo mantello rosa lascia trasparire il blu della tunica. Dietro ha la casa, l'universo creato. È eretto rispetto agli altri due più inchinati, reclinati verso di Lui. Al centro è l'angelo immagine del Figlio, con la tunica regale di porpora listata d'oro. Dietro ha un albero, è la croce. Infine l'angelo alla nostra destra, lo Spirito vivificante con il mantello verde, il più inclinato e tenero di tutti: è il lato materno della Trinità poiché nella lingua di Gesù "ruach" è femminile, termine vicino al grembo materno e alla misericordia, alla compassione. Dietro a lui è la montagna, luogo d'incontro con la divinità, dove la terra tocca il cielo.
In mezzo, sulla tavola, c'è una coppa con un agnello sgozzato. Il nostro Dio è amore capace fino al sacrificio della vita e che ci viene dato ogni volta nel pane eucaristico: ecco l'agnello di Dio! Il tavolo ha quattro lati, ma loro sono tre. Il quarto è libero, attende noi che guardiamo, è il nostro posto.
Commento a cura di don Angelo Sceppacerca